Autocisterna esplosa a Bologna: un test su strada dirà se potremo evitare simili tragedie

La più moderna tecnologia al volante e in particolare la guida autonoma avrebbero potuto evitare evitare tragici incidenti stradali come quello avvenuto a inizio agosto a Bologna, dove un’autocisterna carica di gpl è saltata per aria dopo uno scontro con un altro mezzo pesante? Una risposta “concreta”, basata su dati di fatto, a questa domanda potrebbe arrivare da un “esperimento” pronto a partire con la creazione di tratti stradali “intelligenti”, ovvero in grado di dialogare direttamente con i veicoli, permettendo una maggiore efficienza nella gestione del traffico stradale. Strade in grado di “parlare” con i veicoli ma anche veicoli capaci di “parlare” tra loro, compiendo il primo passo nella direzione dei veicoli autonomi. Un esperimento che prevede di attrezzare, nei prossimi 12 mesi, alcuni tratti stradali del Brennero, di Autovie Venete e della tangenziale di Mestre, dando modo nel 2019 di testare i primi mezzi organizzati in platooning, ovvero con un gruppo di veicoli adibiti a trasporto pesante connessi tra loro a livello informatico in grado di viaggiare molto vicini gli uni agli altri, creando un effetto aereodinamico, riducendo consumi e diminuendo i rischi per la sicurezza. A far “viaggiare” questa sperimentazione sulle strade del futuro saranno Iveco e il Gruppo Codognotto, società di logistica e trasporti che si sta sempre più contraddistinguendo per il suo spirito innovativo e avveniristico. “Cosa sarebbe successo a Bologna se questa tecnologia fosse già stata disponibile?”, si sono chiesti i responsabili del gruppo? “Di certo l’informazione sul rallentamento sarebbe stata trasmessa dai sistemi informatici presenti sul tratto stradale direttamente ai veicoli in avvicinamento e gli stessi veicoli sarebbero stati pronti a intervenire nel caso in cui il conducente avesse tenuto un comportamento anomalo come non rallentare o addirittura non frenare. Nel caso di un ostacolo improvviso sulla carreggiata, magari rappresentato da mezzi coinvolti in un incidente, queste tecnologie permetterebbero ai veicoli di intervenire automaticamente senza attendere che i conducenti vedano fisicamente l’imprevisto”. Il progetto, chiamato “Azione C-Roads Italy”, durerà fino alla fine del 2020 e avrà un investimento pubblico-privato di oltre 20 milioni di euro. Oltre a Iveco, al Gruppo Codognotto, a Cav Concessioni Autostradali Venete S.p.A., ad Autovie Venete S.p.A e ad Autostrada del Brennero S.p.A., figurano tra i soggetti attuatori il ministero dell’Interno, Dipartimento della pubblica sicurezza, il Servizio di Polizia stradale, North Italy Communications S.r.l., Politecnico di Milano, Centro ricerche FIAT S.C.p.A., Telecom Italia S.p.A. e Azcom Technology S.r.l. “La sperimentazione di C-Roads non arriverà fino a sviluppare convogli autonomi, più propriamente, si parlerà di guida semi-autonoma”, precisano i responsabili di Codognotto, “ma sarà comunque un passo decisivo per capire se davvero esiste o esisterà a breve una tecnologia tale da impedire incidenti come quello di Bologna. La prospettiva più suggestiva è certamente la guida autonoma, e forse in molti resteranno sorpresi sapendo che anche nel trasporto merci è oramai solo questione di tempo perché tale tecnologia divenga disponibile su larga scala. Siamo certamente ancora lontani ma il nostro Paese sta compiendo passi importanti qualificandosi tra i suoi principali sostenitori. Ed elemento centrale di questo processo è proprio l’Azione C-Roads Italy, coordinata direttamente dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e cofinanziata dalla Commissione europea”.