Perché l’Italia non utilizza veicoli alimentati a Gnl, ovvero gas naturale liquido, anche per il trasporto di merci pericolose? La domanda è da tempo senza risposta è questo risulta incomprensibile non solo perché l’Italia non ha voluto sottoscrivere un accordo multilaterale firmato invece in altri Paesi (col risultato, ancora una volta, di penalizzare le imprese nazionali rispetto a quelle estere), ma anche perché l’utilizzo di tale gas è già previsto dal regolamento Adr che entrerà in vigore tra un anno. A conferma che non esistono pericoli. Conferma peraltro ribadita dal fatto che i veicoli esteri alimentati a gas naturale liquido possono regolarmente circolare, mentre senza la sottoscrizione del protocollo da parte del nostro Governo quelli nazionali sono costretti a restare spenti. Una situazione che ha dell’assurdo, considerato anche che la filiera del Gnl è inclusa nell’ambito della strategia energetica nazionale, tanto che sono previsti incentivi a sostegno degli acquisti di mezzi ad alimentazione Gnl. Il Governo sembra dunque condividere l’utilizzo del gas naturale liquido: allora perché non si sbriga a sottoscrivere quell’accordo? Forse siamo noi a non riuscire a comprenderne le profonde ragioni che si celano (molto bene) dietro questa scelta? O forse siamo di fronte a un’ulteriore dimostrazione di come troppe volte si proceda nel nostro Paese “ad minchiam”? Il timore che nutre il mondo dell’autotrasporto è di dover presto assistere a nuove parole (precisazioni tecniche che mireranno a nascondere quello che in realtà è una situazione che rasenta il ridicolo) mentre servirebbero fatti: ovvero che Governo rimuovesse l’ostacolo in fretta mettendo gli operatori nazionali in grado di competere ad armi pari con la concorrenza straniera.
Paolo Uggé