Fermo dei Tir? “Conftrasporto punirà il Governo non per una colpa, per tutte”

“Sì alla protesta, con un fermo dell’autotrasporto, ma solo come risposta a un Governo che non dovesse dare, in tempi rapidi, risposte concrete a tutte le richieste avanzate dal mondo dell’autotrasporto, risposte che il ministero ai Trasporti aveva garantito come certe nel protocollo d’intesa siglato nei mesi scorsi e che, a tutt’oggi, non ha mantenuto. Molte perplessità, invece, su una protesta indetta in risposta solo alla vicenda delle spese non deducibili, perché rischierebbe di essere una scelta destinata a indebolire invece che a rafforzare l’unione delle rappresentanze sindacali”. È un messaggio chiaro quello che Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto, ha fornito ai giornalisti che, all’indomani del consiglio nazionale della federazione, gli hanno chiesto quali fossero state le decisioni emerse dall’assemblea, quali le risposte da dare a un Governo che, una volta di più, ha tradito la parola data. “Fai Conftrasporto non poteva, non può e non potrà mai accettare in alcun modo che un Governo assuma degli impegni e poi non li mantenga”, ha esordito il presidente nazionale della principale associazione di autotrasportatori d’Italia, “ma la risposta non dovrà riguardare il solo tema dei tagli decisi dal Governo sulle spese non deducibili: il fermo, qualora dovesse essere proclamato, dovrà rappresentare la rottura con questo Governo perché colpevole di non aver dato risposta a un insieme di soluzioni”. In altre parole Fai Conftrasporto pur comprendendo il desiderio  degli artigiani, espresso anche sull’onda emotiva, di manifestare subito di fronte a una situazione oggettivamente ingiustificabile, ha deciso di ragionare più con la testa che con la pancia… “Il Governo per settimane non ha risposto alle  istanze della categoria e, come non bastasse,  a soli tre giorni dalla scadenza fissata per il pagamento delle tasse, l’Agenzia delle Entrate ha ufficializzato la decisione di ridurre drasticamente l’importo delle deduzioni delle spese non documentate spettanti alle aziende di trasporto di merci per conto terzi.  Di fronte a una simile presa di posizione, impossibile da giustificare, è invece comprensibilissimo che qualcuno voglia subito il fermo dei Tir.  Ma sarebbe strategicamente sbagliato. Meglio non ragionare troppo con la pancia in queste situazioni e pensare invece a tener sempre ben inquadrato il vero bersaglio, ovvero l’insieme dei problemi ai quali il Governo non sta dando soluzione. Contro quello bisogna battersi, con tutte le associazioni alleate fra loro”.