Passi col rosso o guidi scrivendo sms? Meriti una punizione esemplare

Se passando a un incrocio con il semaforo rosso o guidando mentre invia un sms al telefonino un conducente uccide una persona, perché non punirlo con le stesse sanzioni previste per chi dovesse causare un incidente mortale mettendosi al volante drogato o ubriaco? E perché prevedere la confisca del mezzo solo per quei conducenti ai quali sia stato riscontrato un tasso alcolemico di 1,6 e non per chi, con un livello di 1,4, dovesse procurare ad altri lesioni gravi? Il tentativo del governo di assicurare più sicurezza sulle strade attraverso il nuovo reato di omicidio stradale presenta troppe lacune: tutti coloro che utilizzano un mezzo di trasporto, magari per lavoro, e che possiedono la patente rischiano di essere penalizzati per diversi anni dal ritiro del documento di guida mentre coloro ai quali magari è già stata sequestrata o che non l’hanno mai conseguita rischiano di restare impuniti visto che, senza controlli, il “pericolo” che vengano scoperti è bassissimo. Il fatto che la gran parte degli omicidi stradali avvenuti negli ultimi mesi sia stato causato da persone senza patente conferma che il fenomeno è da allarme rosso. In altri Paesi europei come ci si regola? In quelli più avanzati le norme assicurano innanzitutto la certezza della pena, attraverso regole chiare, consentendo controlli efficaci. Forse in quei Paesi chi legifera possiede conoscenze adeguate e non si ispira a scelte demagogiche ma tenta di dare risposte serie ai problemi della gente. Il solo fatto che in Italia mentre in un ramo del Parlamento si affrontava il tema dell’omicidio stradale nell’altro si approvavano modifiche al Codice della strada è un segnale evidente che qualcosa da noi non funziona. Il rischio è che ai primi di agosto, solo per dimostrare che si fa qualcosa, possano essere approvate norme destinate ad aumentare solo una sicurezza: che così il problema delle morti sulle strade è stato affrontato ma non risolto.

Paolo Uggé