“Anche Rfi conferma i ritardi nello sviluppo del trasporto dei grandi tir via rotaia”

“Ci compiaciamo del fatto che la correttezza dell’analisi sulle infrastrutture in Italia presentata da Confcommercio durante il convegno “Italia disconnessa” organizzato mercoledì 27 maggio a Roma  sia stata confermata anche dai responsabili di  Rete ferroviaria italiana  che in merito alla necessità di attivare un’infrastruttura ferroviaria nazionale che consenta il trasporto di Tir e container di grandi dimensioni sui treni, non hanno fatto altro che ribadire quanto da noi  evidenziato: l’impossibilità di traffico ferroviario intermodale con container high cube o autostrada viaggiante dal Sud verso il Nord del Paese e l’incompletezza dei collegamenti diretti dei porti nazionali con la rete ferroviaria principale”. Con queste parole il vice presidente di Confcommercio, Paolo Uggè,  ha commentato il comunicato diffuso a poche ore dalla conclusione del convegno di Confcommerio dai vertici di Rfi.  “Gli interventi per risolvere le tante criticità evidenziate dai responsabili di Confcommercio”, ha aggiunto il vice presidente di Confcommercio, “hanno valenza strategica prioritaria e devono, pertanto, essere potenziati e accelerati per offrire al Paese alternative efficaci e sostenibili al ‘tutto strada’ sull’intero territorio nazionale”. Nel comunicato diffuso mercoledì sera i responsabili di Rfi nel segnalare come “nelle aree industriali che sviluppano il maggiore traffico merci, come nord Italia e valle Padana, le sagome previste per gallerie e rete ferroviaria siano già in larga parte funzionali al passaggio dei treni caricati con container di grandi dimensioni, High Cube, dei semi-rimorchi e della cosiddetta Autostrada viaggiante” (Tir fino a 4 metri di altezza, completi di motrice e rimorchio, caricati su speciali carri merci)”,  e come “sul corridoio Est-Ovest non ci sono limitazioni di sagoma fra Trieste e Milano”, hanno anche riconosciuto come “nonostante questi potenziamenti infrastrutturali nel Nord Italia e in Val Padana il traffico merci su ferro non abbia registrato incrementi nell’ultimo anno. Le ragioni di questa mancata crescita stanno anche nei “lavori in corso” non ancora ultimati che, di fatto, non consentono di attivare l’infrastruttura ferroviaria nazionale  su cui hanno acceso i riflettori gli esperti di Confcommercio? Lavori in corso che sono stati evidenziati, del resto, nello stesso comunicato di Rfi: l’adeguamento delle linee di collegamento con la Svizzera, per le quali è previsto che siano ultimati, entro il 2017, i lavori per il valico di Chiasso, mentre la linea per il valico di Luino sarà a standard nel 2020; gli interventi di adeguamento dell’infrastruttura ferroviaria, la cui fine dei lavori è prevista per dicembre 2016, della direttrice Adriatica, parte della rete Transeuropea e asse del trasporto ferroviario intermodale, anche in virtù dei suoi collegamenti trasversali che la congiungono ai porti del basso Tirreno e dello Ionio;  i  lavori di adeguamento fra Milano e Torino sul corridoio Est-Ovest, ormai in fase di ultimazione”. Per quanto riguarda i porti, i responsabili di Rete Ferroviaria Italiana hanno invece precisa come dei 15 porti strategici nazionali già oggi 11 siano collegati al network ferroviario”.