Jobs Act, guida ai cambiamenti che riguardano il mondo dell’autotrasporto

La conoscono tutti come la Jobs Act, la legge (numero 183 del 2014) che potrebbe rivoluzionare il mondo del lavoro in Italia, introdotta con l’obiettivo, fra gli altri, di “creare nuove opportunità per gli imprenditori”. Ma come potrà rivoluzionare le regole del lavoro nel nostro Paese e quali potrebbero essere le opportunità per il mondo dell’autotrasporto? Enzo Pompilio, segretario regionale della Fai Conftrasporto piemontese, l’ha spiegato agli imprenditori del trasporto nel corso di un convegno organizzato alla Fiera di Verona nell’ambito degli appuntamenti allestiti in occasione di Transpotec, il più importante evento dell’anno per il settore del trasporto merci.
“La Legge 183/14 è una legge delega con la quale il Parlamento ha delegato il Governo a legiferare su alcuni argomenti di grande importanza: dalla revisione degli ammortizzatori sociali, alla riorganizzazione dei servizi al lavoro e delle politiche attive; dalla semplificazione delle procedure e degli adempimenti amministrativi al riordino delle forme contrattuali e dell’attività ispettiva, alla tutela e alla conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro. Disposizioni”, spiega Enzo Pompilio, “che hanno ovviamente carattere generale che valgono anche per il mondo dell’autotrasporto che gode delle opportunità previste dalla riforma e che guarda con particolare attenzione alle numerose deleghe che sono in via di definizione e che saranno attuate a breve, entro il termine del 16 giugno 2015 previsto dalla norma. Oltre, ovviamente, ai due provvedimenti che sono già stati emanati dal Governo e che riguardano il riordino delle forme contrattuali, con nuove regole sui licenziamenti a tutele crescenti, in vigore dal 7 marzo 2015, e la revisione degli ammortizzatori sociali, con il sostegno alla disoccupazione involontaria per i rapporti che cessano dal 1° maggio 2015. Quali cambiamenti e quali opportunità potrà portare? In realtà per un valutazione degli interventi messi in campo dal Governo occorre esaminare l’insieme dei provvedimenti emanati in materia di lavoro dal Governo: semplificazione delle disposizioni in materia di contratto di lavoro a termine (approvata nella Primavera 2014); legge di stabilità 2015 (approvata nel dicembre 2014); Jobs Act, Legge delega e decreti legislativi (approvata da dicembre 2014 e in via di attuazione). L’insieme di questi provvedimenti ha queste basi: l’aumento della capacità di reddito dei lavoratori (80 euro in busta paga, Tfr in busta paga) senza nuovi costi per le imprese; la diminuzione del costo del lavoro per le imprese (agevolazione dell’esonero contributivo per gli assunti a tempo indeterminato nel 2015, riduzione dell’imponibile Irap per il costo del lavoro a tempo indeterminato dal 2015). Il lavoro a tempo indeterminato diventa quindi competitivo (grazie agli incentivi per il 2015 contenuti nella legge di stabilità) e la forma contrattuale di riferimento; la flessibilità in uscita avrà costi certi per i nuovi assunti, con le nuove regole sui licenziamenti a tutele crescenti; la flessibilità in entrata al lavoro ha meno vincoli (grazie ai provvedimenti sui contratti a tempo determinato della Primavera 2014); la flessibilità all’interno del rapporto di lavoro potrà essere valorizzata, anche se è ancora da realizzarsi attraverso le riforme contenute nella delega in materia di mutamento delle mansioni e del potere di controllo esercitato con le nuove tecnologie, ma che potranno essere attuate nei prossimi mesi; la semplificazione delle procedure in materia di lavoro dovrà essere incisiva, ma è ancora da realizzarsi attraverso le riforme contenute nella delega in materia di Razionalizzazione attività ispettiva, unificazione delle comunicazioni e abolizione della tenuta dei documenti cartacei, procedure semplificate per l’autenticità delle dimissioni, revisione sanzioni, creazione di una Agenzia nazionale per l’occupazione, Agenzia nazionale delle ispezioni che coinvolge Dtl (Direzione territoriale del lavoro), Inps, Inail, Asl”.
Fin qui i possibili aspetti positivi? E l’eventuale “rovescio della medaglia” quale potrebbe essere, in particolare modo per il settore dell’autotrasporto?
“Premesso che i provvedimenti adottati dal Governo sono necessari e utili al settore, occorre sottolineare che senza una politica europea che tenda a uniformare i costi dei lavoratori altamente mobili come gli autisti, questi provvedimenti rischiano di essere soltanto una goccia nel mare”.
La nuova normativa “deve essere assolutamente coerente con le finalità del Ddl Stabilità laddove mira a restituire competitività al sistema produttivo italiano” e “non deve in alcun modo provocare incrementi di costo per le imprese e deve salvaguardare le buone pratiche in materia di sostegno al reddito…” . Sarà davvero possibile invertire una rotta che negli ultimi anni ha portato le imprese di autotrasporto italiane a essere sempre meno competitive sul mercato internazionale?
“La diminuzione del costo del lavoro per le imprese, grazie all’agevolazione dell’esonero contributivo per gli assunti a tempo indeterminato nel 2015 e la riduzione dell’imponibile Irap per il costo del lavoro a tempo indeterminato, è effettivamente un’iniziativa efficace. Ribadisco: occorre però una politica europea che tenda a uniformare i costi dei lavoratori altamente mobili come gli autisti. Altrimenti i soli provvedimenti che valgono per il 2015-2018 rischiano di essere un palliativo. Non dimentichiamo che la competitività si fa anche con il costo del lavoro, ma che gli altri strumenti che riguardano la pubblica amministrazione, le infrastrutture, l’energia, non sono meno importanti”.
Più competitività vuol dire anche meno burocrazia: il Jobs Act può rappresentare davvero l’occasione per semplificare gli adempimenti in materia di lavoro, snellire il sistema di vigilanza e ispezione, eliminare duplicazioni e sovrapposizioni, riordinare il sistema sanzionatorio…?
“La semplificazione delle procedure in materia di lavoro è  necessaria ed è una nelle deleghe del Jobs act. Dovrà essere incisiva ma è ancora da realizzarsi attraverso le riforme che potranno essere contenute nei provvedimenti di attuazione nella delega in materia di razionalizzazione dell’attività ispettiva, anche attraverso l’Agenzia nazionale delle ispezioni che, coinvolgendo i vari soggetti che hanno competenze a effettuare controlli nel settore (Dtl, Inps, Inail, Asl), potranno rendere più efficace e meno dispendiosa, anche per le imprese, le attività di controllo. Questo argomento è strettamente legato anche alla delega in materia di revisione del sistema sanzionatorio. Anche dall’unificazione delle comunicazioni e dall’abolizione della tenuta dei documenti cartacei, così come dalle procedure semplificate per l’autenticità delle dimissioni, abbiamo grandi aspettative”.
Ammortizzatori sociali e ricollocazione dei lavoratori disoccupati: qual è la situazione attuale nel settore dell’autotrasporto (quanti sono i disoccupati), e come possono cambiare gli scenari alla luce del Jobs act?
“Non credo che il Jobs Act potrà avere effetti sostanziali per il settore dell’autotrasporto”.
Quanto è importante l’introduzione del principio di condizionalità, in modo che il diritto a percepire trattamenti di sostegno al reddito sia condizionato all’obbligo di partecipare a iniziative di reimpiego?
“Il tema è importante in quanto principio di carattere generale. È giusto avere un diritto di percezione di sostegno al reddito in caso di perdita involontaria del posto di lavoro, ma è altrettanto giusto avere il dovere di accettare le proposte di reimpiego. Il settore dell’autotrasporto ha delle specificità in materia di riqualificazione professionale e ricollocazione che vanno attentamente valutate. La patente è una, ma il mestiere cambia sostanzialmente tra trasportare veicoli su una bisarca, liquidi in cisterna, merci sfuse in cassone, merce pallettizzata su veicoli centinati, così come è molto diverso operare in ambito locale/cittadino, ovvero nel trasporto internazionale a carico completo. Non possiamo dimenticare che il rapporto fiduciario tra impresa e lavoratore è profondamente diverso dalla fabbrica o dal settore del commercio”.
Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro: per i trasportatori significa soprattutto tempi di guida e di riposo. Cambierà qualcosa?
“Lo escludo. La disciplina è uniforme a carattere europeo. Una delega del Jobs Act potrebbe essere positiva nel settore dell’autotrasporto, laddove si prevede la possibilità di Cessione dei riposi tra i dipendenti”.
Gli incentivi alle assunzioni per il 2015 nel settore del trasporto merci che prospettive potranno offrire?
“Abbiamo calcolato che con l’applicazione dell’esonero contributivo il costo del lavoro di un conducente si riduce di circa il 20 per cento: per un conducente di trasporti nazionali il costo annuo passa infatti da circa 45mila euro a poco più di 36mila; per un conducente di trasporti internazionali il costo annuo scende invece da circa 49mila euro a poco più di 38mila. Ci si sta avvicinando al costo del personale neo comunitario. Purtroppo queste non sono norme strutturali, ma valgono solo per il 2015 e qui si dovrà lavorare”.