Autotrasportatori cornuti e mazziati. Ecco l’ennesima beffa dello scandalo Sistri

Non esiste solo la crisi del settimo anno. Ora c’è anche la beffa del settimo anno. Che non riguarda, come nel primo caso, soprattutto le coppie e i matrimoni, ma migliaia di lavoratori, in particolare del settore dell’autotrasporto. A confermarlo sono i responsabili di Rete imprese Italia, realtà nata per rappresentare unitariamente le cinque principali organizzazioni datoriali delle micro, piccole e medie imprese (Casartigiani, Cna, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti) e dell’impresa diffusa, che in un comunicato denunciano l’ennesima beffa dello scandalo Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti mai entrato in funzione, nonostante le centinaia di milioni di euro investite nel progetto. Una beffa che “dopo sette anni, si aggiunge all’assurda vicenda del Sistri”, come spiegano i rappresentanti di Rete Imprese Italia denunciando come “il Governo abbia ammesso che il sistema è inutilizzabile, ne abbia sospeso l’operatività ma nel frattempo pretenda ugualmente i contributi dalle imprese”. Cosa è accaduto? A spiegarlo, chiaramente, chiedendo un intervento immediato per correggere questa “assurdità”, è lo stesso comunicato (per leggere la versione integrale cliccate qui) spiegando come “il Decreto Milleproroghe contiene l’obbligo per le imprese di pagare entro il primo febbraio i contributi per sistema obsoleto che, come dimostrato, non garantisce in alcun modo la tracciabilità dei rifiuti”. Non solo: “Alla  scadenza del primo febbraio si aggiunge anche quella del 30 aprile, per il pagamento del contributo 2015. Dopo le recenti dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sulla volontà del Governo di superare il Sistri, pareva si fosse scritta definitivamente la parola fine  su questa esperienza fallimentare. Non è così!”.