La proposta di inserire nelle modifiche al Codice della strada la possibilità di consentire alle biciclette di percorrere le corsie preferenziali nelle città, imponendo il limite di velocità dei 30 chilometri orari, conferma una volta di più come il Governo agisca solo alla ricerca del consenso, senza conoscere le realtà sulle quali interviene. Con questa decisione non solo di verrebbe meno al principio per il quale queste corsie vengono realizzate, che è consentire alla mobilità pubblica di essere più veloce e puntuale, ma si introducono rischi evidenti per i ciclisti”. Ad affermarlo è Paolo Uggé, presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio che ha sonoramente bocciato anche una seconda possibile modifica al Codice: quella dell’introduzione del reato di omicidio stradale, “norma di carattere penale e non di codice della strada”, sottolinea Paolo Uggè,” per il quale si prevede per alcune fattispecie la revoca a vita della patente, in pratica una sorta di ergastolo della patente. Chi fa le leggi dovrebbe avere il senso del concreto ma soprattutto avere la necessaria conoscenza”, ha aggiunto il presidente di Fai Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio, “chi genera danni a terzi o a cose perché in stato di alterazione deve essere punito, non c’è dubbio, ma la soluzione deve essere applicabile, non discrezionale, avere un aspetto educativo ma soprattutto non può impedire a vita la possibilità di lavorare. Non esistono sanzioni di identica gravità in Europa e forse nel mondo. L’autotrasporto, potrebbe essere in un futuro pesantemente coinvolto. Quando si introduce un principio fondamentale poi si estende facilmente ad altre fattispecie”.