Aboliamo il Sistri. A chiederlo è l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi

“Aboliamo il Sistri”. A lanciare la proposta di cancellare il sistema di tracciabilità dei rifiuti voluto dal ministero dell’Ambiente e che ha saputo provocare solo una montagna di costi e di disagi per migliaia di imprese di autotrasporto senza mai funzionare, non sono questa volta gli stessi autotrasportatori, o i rappresentanti di una delle loro associazioni, ma un ex ministro. E per di più proprio dell’Ambiente: Edo Ronchi. L’ex ministro, oggi sub-commissario ambientale per l’Ilva, al termine della consultazione di tutte le organizzazioni delle imprese operanti nel settore del trasporto e della gestione dei rifiuti avvenuta giovedì a Roma ha infatti diffuso un documento, approvato dalle organizzazioni presenti, con cui si chiede un intervento legislativo proprio per abolire il Sistri. Il documento prevede l’abolizione delle chiavette Usb (per l’impresa e per gli autisti) e delle black-box (installate a bordo dei mezzi) e la trasmissione del formulario di trasporto (Fir) in forma digitale all’Albo gestori ambientali e alle Sezione regionale di competenza. Il documento elaborato dall’ex ministro Ronchi non affronta invece la questione dei contributi pagati al Sistri per gli anni 2010 e 2011 (e per i quali circa 80 imprese della Fai, la federazione autotrasportatori italiani, hanno già avviato una causa di risarcimento contro il ministero dell’Ambiente, con le prime udienze fissate a partire già dal prossimo mese di luglio), né la questione degli autotrasportatori stranieri. Rispondendo a una precisa domanda su questi due temi, Edo Ronchi ha affermato che l’aspetto contributivo non era tra quelli oggetto della sua consultazione e che relativamente agli stranieri, nel sistema preesistente al Sistri, questi hanno solo l’obbligo di iscriversi all’Albo dei gestori ambientali in Italia e di applicare i regolamenti sulla spedizione transfrontaliera dei rifiuti quando fanno viaggi internazionali da e per l’Italia.