“Non permetteremo alla politica di mettere in liquidazione le imprese”. È questo il forte messaggio lanciato dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, per spiegare la decisione di organizzare per oggi una giornata di mobilitazione nazionale promossa da Rete Imprese Italia. Un’iniziativa di sensibilizzazione organizzata per evidenziare le sofferenze di milioni di lavoratori, ma anche per suggerire le possibili soluzioni che il movimento, che raggruppa le principali realtà associative del mondo delle medie e piccole imprese, intende presentare al Paese. Nel 2012 per ogni minuto che è trascorso un’impresa ha cessato l’attività: la pressione fiscale al 56 per cento; la drastica riduzione delle operazioni di credito alle imprese; un sistema logistico insufficiente, generato dalla mancanza di una visione sistemica nelle scelte di politica dei trasporti, sono i principali freni allo sviluppo. La mobilitazione ha l’obiettivo di fare da megafono per la voce di imprese inascoltate, vittime del disinteresse di governi inclini più a favorire il sistema bancario e delle grandi imprese (che intanto, fregandosene dell’Italia, delocalizzano) piuttosto che a tutelare le imprese medio piccole. Ecco perché è diventato obbligatorio scendere in piazza, per costringere la politica a una riflessione vera, moderna, sul ruolo che in Italia può avere, per la ripartenza dell’economia, un sistema imprenditoriale che contribuisce, con una quota di circa il 60 per cento della realtà lavorativa del nostro Paese, alla crescita e alla creazione di occupazione. Anche il trasporto vive situazioni drammatiche: basta leggere i dati delle attività internazionali per scoprire che le tonnellate – chilometro si sono dimezzate (dal 2008 al 2011 meno 47 per cento). E dal 2009 al 2011 il numero delle imprese nel settore trasporti è sceso di 25mila unità. Le imprese non investono in nuovi mezzi e contribuiscono alla crisi dell’automotive, la terziarizzazione e la delocalizzazione aumentano. Se le imprese del trasporto non recupereranno lo svantaggio competitivo, le inefficienze fisiche e organizzative (attraverso azioni prioritarie che spaziano dal rispetto delle regole per assicurare la sicurezza dei cittadini a una più decisa spinta a favore dell’intermodalità e a un piano della mobilità urbana) molti degli sforzi che le forze politiche oggi promettono rischiano di vanificarsi.
Paolo Uggé