Meglio una bottiglia di Chianti di una Fiat Panda. Non è questo l’ultimo atto della faida Marchionne-Della Valle, ma l’analisi di alcuni importanti dati relativi all’export dal nostro Paese. Negli ultimi cinque anni, le esportazioni di cibo e vino Made in Italy sono aumentate del 18 per cento, mentre nello stesso arco di tempo sono crollate del 14 per cento le esportazioni di auto e rimorchi. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti dei dati pubblicati dall’Istat sul commercio estero nel primo semestre del 2012, rispetto allo stesso periodo di cinque anni fa.
Con un aumento del 18 per cento, quindi, le esportazioni di vino e cibo Made in Italy superano quelle del settore automobilistico. Per effetto del sorpasso avvenuto in questi ultimi anni, le esportazioni di prodotti agroalimentari Made in Italy – sottolinea la Coldiretti in un comunicato – hanno raggiunto 15,2 miliardi di euro, mentre le spedizioni di automobili, rimorchi e semirimorchi si sono fermate a 13,2 miliardi di euro nella prima metà del 2012. “Un’analisi che, in riferimento all’ipotesi di nuovi incentivi, dimostra che”, sostiene la Coldiretti, “l’Italia e il suo futuro, dopo le delusioni della grande industria, sono legati alla capacità di tornare a fare l’Italia, cioè di essere l’Italia della grande creatività, delle piccole e medie imprese agricole, artigiane, manifatturiere che poi sanno crescere e conquistare il mondo”.
“C’è un’ Italia del buon cibo e di quell’agroalimentare che sa incontrare i bisogni profondi dei consumatori e dei cittadini, del turismo, dell’arte, della cultura, della bellezza, dell’innovazione intelligente. È questa l’Italia futura, quella per cui il territorio è una miniera di opportunità, il cui modello di sviluppo è compatibile”, conclude la Coldiretti, “con la salvaguardia di un capitale umano e sociale unico al mondo e con la sapiente ricerca della felicità e dello stare bene insieme”.