Possedere un’autostrada è ancora un business redditizio. Il passaggio ai caselli garantisce un gettito continuo di denaro. Certo, l’investimento iniziale non è alla portata di tutti, ma chi a suo tempo ha creduto nella gestione, ora, in un momento di crisi generale sta avendo dei profitti. Il discorso vale un po’ per tutta le rete, ma in particolare per le trafficatissime e costose (a livello di pedaggio) arterie del Nord Italia. Nel primo semestre del 2011 l’Autostrada Torino-Milano ha realizzato ricavi dal settore autostradale per 455,8 milioni di euro, in aumento rispetto ai 405 milioni realizzati nella prima metà dello scorso anno.
In forte crescita anche il margine operativo lordo (+12,9 per cento), salito da 246,5 milioni a 278,3 milioni di euro. Autostrada To-Mi ha terminato il semestre con un utile netto di 49,2 milioni di euro, risultato che si confronta con i 45,2 milioni dei primi sei mesi del 2010. A fine giugno l’indebitamento netto della concessionaria autostradale si era ridotto a 1,56 miliardi di euro, rispetto agli 1,6 miliardi di inizio anno. La concessionaria autostradale ha precisato che, in merito al quadro normativo di riferimento, risulta ridotto – dal 5 all’1 per cento del valore lordo dei beni gratuitamente devolvibili – il limite massimo dell’accantonamento fiscalmente deducibile con riferimento al “fondo di ripristino o sostituzione dei beni gratuitamente devolvibili”. Questo provvedimento determinerà un’“anticipazione” nella corresponsione delle imposte che si rifletterà in un temporaneo maggior esborso finanziario senza, peraltro, influenzare i risultati reddituali delle concessionarie del gruppo, grazie allo stanziamento delle relative “imposte anticipate”.