Terremoto in Giappone, hanno retto i ponti e i tunnel antisismici

Nella tragedia giapponese, con risvolti ancora tutti da comprendere, si può leggere anche una nota positiva. Quasi tutte le infrastrutture del Paese del Sol Levante sembrano infatti aver superato senza danni il sisma di venerdì 11 marzo.  Lo rivela il quotidiano francese Le Monde in un articolo tradotto e ripreso anche dal portale dell’Anas, lestradedellinformazione.it. “La società d’ingegneria francese Osmos, specialista mondiale per il controllo strutturale, equipaggia circa 300 costruzioni ed opere dell’arcipelago nipponico – si legge – con i suoi sistemi di sorveglianza a fibra ottica, una tecnologia utilizzata anche per lo Stade de France e la torre Eiffel a Parigi e per il tunnel sotto la Manica. Queste ‘scatole nere’ registrano permanentemente le più piccole contrazioni subite dalle opere, individuando l’eventuale debolezza delle strutture prima che ciò giunga a livelli catastrofici. “Possiamo sapere immediatamente se un edificio ha sofferto o no. Attraverso i sistemi di rilevazione, i grafici mostrano le vibrazioni subite durante la scossa fino al momento in cui queste tornano a zero”, ha assicurato l’amministratore delegato di Osmos, Bernard Hodac”.
Tra le opere monitorate ci sono le stazioni e i tunnel della metropolitana di Tokyo, la torre della televisione e il porto di Yokohama, l’Università di Tokyo – modello di costruzione antisismica – ponti e tunnel della regione di Shizuoka.
“I dati rilevati”, prosegue l’articolo, “confermano l’eccellenza delle norme antisismiche in vigore in Giappone. I grandi edifici di Tokyo, del centro città di Sendai e delle altre località del Nord-Est, così come le principali opere ingegneristiche hanno tremato, si sono deformate, senza però subire danni né crolli. Ciò limita il costo della ricostruzione che, nonostante tutto, la Goldman Sachs nelle stime pubblicate il 24 marzo ha calcolato possa essere di 140 miliardi di euro, 200 miliardi secondo le previsioni del governo nipponico. Purtroppo la società Osmos non dispone ancora dei dati per una gran parte della regione del Sendai, la più duramente colpita dal sisma: “La confusione è tale che le misure rilevate non sono state ancora trasmesse dai sistemi” ha affermato Hodac. I rilevatori sorvegliano in quelle aree numerose reti stradali e le zone soggette a smottamenti del terreno. Non è equipaggiata dei sistemi invece la centrale di Fukushima”.