Valducci: “L’omicidio stradale entrerà nel Codice penale”

Il nuovo Codice della strada è un “cantiere sempre aperto” secondo il presidente della Commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci, uno dei padri del documento. Ed è lo stesso Valducci ad annunciare che tra poco il Codice di Procedura Penale sarà arricchito da un nuovo reato: l’omicidio stradale. Valducci ha anche sottolineato che si sta lavorando all’ipotesi di una legge-delega per “spacchettare” il Codice in due parti. Il presidente, sul portale lestradedellinformazione.it commenta: “Invece di avere un unico Codice monolitico, formato da 280 articoli, ci siamo detti che sarebbe stato meglio dividerlo in due parti; una prima parte, 90 o 100 articoli, che dovrebbe essere un vero e proprio codice di comportamento per chi guida, e una seconda parte, 180 articoli o giù di lì, che dovrebbe riguardare i veicoli e le infrastrutture. Con lo “spacchettamento” noi intendiamo facilitare la vita di chi guida, perché forniremo un carnet di norme di più semplice lettura”. 
Con l’introduzione “dell’omicidio stradale” ci sarà una sostanziale rivoluzione e le  pene per gli incidenti mortali saranno molto più pesanti.
”Il Codice Penale – prosegue l’articolo di Laura Ester Ruffino sul portale dell’Anas – si starebbe per arricchire di un quarto tipo di reato, dopo l’omicidio volontario, l’omicidio preterintenzionale e l’omicidio colposo, arriverà “l’omicidio stradale”, che avrà pene più gravi assimilabili al livello dell’omicidio volontario più che a quello dell’omicidio colposo”. Valducci ribadisce che: “Nelle prossime settimane presenteremo un provvedimento per introdurre nel Codice penale l’omicidio stradale come nuova fattispecie di reato. È l’unica ipotesi percorribile – continua – per uscire dall’attuale previsione del Codice penale. Ora uno può ammazzare 2-3 persone stare in galera 4-5 anni e magari neanche questi”, dice ancora Valducci, e conclude: “Io ritengo che nel momento in cui una persona ubriaca si mette al volante, conosce l’alto rischio a cui va incontro”. D’altro canto anche la Cassazione ha contestato il reato di omicidio volontario a un pirata della strada, rinviando il verdetto emesso dalla Corte d’Assise d’Appello di Roma nei suoi confronti. Il presidente della Fondazione Ania Sandro Salvati sottolinea che: “È più che mai necessario fornire ai giudici uno strumento che renda certa la pena nei confronti di chi commette quelli che, in taluni casi, sono dei veri e propri omicidi. Dobbiamo tenere presente che certe condotte di guida causano alcuni tra i più gravi delitti che avvengono oggi. Penso – continua Salvati – a chi causa incidenti stradali dopo essersi messo al volante sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o con un tasso alcolemico nel sangue ben oltre la soglia consentita dalla legge”. Per Giuseppa Cassaniti, presidente dell’Associazione italiana familiari vittime della strada, la proposta di Valducci va nella giusta direzione: “Occorre – dice – chiamare finalmente con il nome esatto l’omicidio commesso sulla strada da chi guida ubriaco o drogato. Basta con la sottovalutazione di questi reati: chiamiamoli crimini e non più incidenti”. Anche il sindaco di Firenze, Matteo Renzi sostiene l’introduzione del nuovo reato: “Vogliamo cambiare le leggi con il reato di omicidio stradale – ha detto – Il Paese spende circa 23 miliardi di euro per gli incidenti stradali. Proviamo a spenderli meglio”.