Fallimento Ecobonus: per togliere dalle strade auto inquinanti e pericolose serve altro

Se l’Ecobonus doveva servire a spingere la svolta green e a svecchiare un  parco auto  vecchio, insicuro e inquinante come quello italiano, beh si può dire che l’esperimento sia fallito. Un fallimento decretato nel corso della riunione plenaria del Tavolo automotive andata in scena al ministero delle Imprese e del made in Italy presieduta dal ministro Adolfo Urso alla quale hanno partecipato i rappresentanti  delle associazioni di categoria della filiera, dei sindacati, e delle aziende di settore. Un incontro organizzato per fare il punto sui risultati a oggi registrati dell’Ecobonus 2024, sugli sviluppi futuri delle politiche di sostegno alla domanda, sulle prospettive in termini di offerta e produzione, oltre che, sul possibile ingresso di nuovi attori produttivi nel nostro Paese, che ha visto il ministro preannunciare una riduzione degli incentivi “anche a causa del fatto che la produzione nazionale non ne registra particolari ricadute positive”, come ha affermato lo stesso Adolfo Urso spiegando che “sono allo studio nuove formule su cui si aprirà il confronto a settembre”. Ricadute sul mercato modeste ribadite anche da Plinio Vanini, vicepresidente di Federauto, fermamente convinto che “ nella definizione delle future politiche legate all’auto sia vincente investire in maniera strutturale sulla riforma della fiscalità dell’auto aziendale, anche riducendo i fondi attualmente impegnati per l’Ecobonus. Attendiamo la convocazione dei tavoli tecnici nel prossimo mese di settembre così da avviare prontamente i lavori e definire un set chiaro di misure, in grado di garantire certezza a imprese e cittadini, nell’ambito della transizione energetica», ha dichiarato il vicepresidente di Federauto.