Maxi protesta contro i divieti al Brennero? Uggé all’Ue: “Non è una minaccia, è una promessa”

“Se la Commissione europea non dovesse tenere in considerazione il principio della libera circolazione, credo che la parola passerà all’autotrasporto italiano, che saprà intervenire in modo identico a quanto avvenne fra la fine degli anni ’80 e i primi anni ’90, con  manifestazioni che arrivarono a  durare fino a otto giorni. Questa non è una minaccia, ovviamente, bensì una promessa”.  Le parole con cui Paolo Uggè, presidente nazionale della Federazione autotrasportatori italiani, ha risposto al governatore tirolese Anton Mattle (che alla vigilia della decisione sul ricorso presentato dal ministero delle infrastrutture e dei trasporti  italiano contro i divieti al valico del Brennero ha affermato “Salvini fa chiasso, noi invece presentiamo dati, numeri e fatti”) hanno tutto il sapore di una tanica di benzina pronta a essere versata sul fuoco. Incendiando una protesta capace, come solo un fermo nazionale dei camion può fare, di paralizzare il Paese. Come accaduto decenni, fa, come potrebbe riaccadere se  il caso Brennero non dovesse trovare rapidamente una soluzione attesa invano ormai da troppo tempo dall’Italia.“Sembra quasi che i messaggi che provengono dall’Austria abbiano lo scopo di sostenere una tesi insostenibile e incompatibile con il principio fondamentale sul quale si è costituita l’Europa, cioè la libertà di circolazione delle merci e delle persone”, afferma Paolo Uggè in un comunicato stampa diffuso per replicare al governatore tirolese che, tornando sul tema del transito al valico su prenotazione, dalle colonne del giornale Tiroler Tageszeitung ha praticamente presentato il ministro leghista come un signore capace solo di urlare parole non supportare dai fatti. “Non bastavano gli interventi del signor Arno Kompatscher, presidente della provincia autonoma di Bolzano, ora anche il governatore tirolese provoca e utilizza lo stesso tono arrogante nei confronti del ministro Matteo Salvini che, occorre ricordare, unitamente al collega tedesco, sollevò in Commissione il tema dei divieti illegittimi imposti  dall’Austria”, ha aggiunto Paolo Uggè, senza dimenticare di ricordare  che “i principi sulla libera circolazione di uomini e merci, peraltro a suo tempo condivisi dall’Austria, sono intoccabili”. E soprattutto senza dimenticare di sottolineare cosa potrebbe accadere: una protesta di massa in difesa di divieti che” non penalizzano solo il trasporto, ma l’intero sistema produttivo nazionale”. Una manifestazione di protesta  che “non è una minaccia, ovviamente, bensì una promessa”.