Cinque anni dopo la strage di Genova il Governo promette che mapperà i ponti a rischio di crollo

Rendere operativo l’archivio nazionale delle strade e individuare  corridoi dedicati ai trasporti eccezionali; semplificare le pratiche amministrative per il rilascio delle autorizzazioni; prevedere procedure specifiche per i controlli tecnici e procedure di  verifica  delle  autorizzazioni  periodiche; rivedere le linee di guida indicate nell’ex decreto ministeriale numero 242 del  28 luglio 2022; individuare nuove eventuali  risorse : sono questi gli obiettivi che il Governo vuole raggiungere con il nuovo  piano nazionale per i trasporti eccezionali. Nuovi traguardi per “sorpassare” vecchi problemi (moltiplicatisi esponenzialmente dopo le le restrizioni dettate dal governo in seguito al crollo del  ponte Morandi di Genova) che i rappresentanti delle associazioni di categoria hanno illustrato  nel corso di un in contro  con il ministro dei Trasporti  Matteo Salvini  e  con il  sottosegretario  Edoardo Rixi. In una nota i rappresentanti di   Confartigianato Trasporti  hanno sottolineato come il Governo abbia “ dimostrato ampia disponibilità al confronto presentando un indice metodologico dei temi utili alla stesura di un piano generale di riforma normativa” ribadendo la necessità di “continuare a tenere aperto un confronto costante per  entrare nel merito delle singole misure in modo da arrivare entro l’estate 2024 alla stesura di  un testo organico di riordino della materia”.  La domanda è: a cinque anni e mezzo dalla tragedia del cavalcavia di Genova si muoverà  davvero qualcosa concretamente, cancellando i numerosissimi ostacoli che  ogni giorno deve affrontare chi esegue  operazioni di movimentazione di carichi di dimensioni e pesi considerevoli, che richiedono  autorizzazioni  speciali  per essere effettuate su strade pubbliche che coinvolgono  veicoli appositamente attrezzati  e devono seguire rigorose normative per garantire  la sicurezza stradale  e soprattutto la protezione delle infrastrutture, per impedire che altri ponti, magari costruiti mezzo secolo fa, vengano “minati” da mezzi del peso di oltre 100 tonnellate? Una domanda più che giustificata considerato che uno dei punti  cardine del nuovo piano,  quello relativo all’a mappatura delle strade nazionali indicando i punti critici per i mezzi troppo pesanti, era già stato promesso dalla politica all’indomani del crollo di Genova che ad agosto celebrerà il sesto anniversario. Vale a dire  oltre duemila giorni senza che, praticamente, sia stato fatto qualcosa di concreto e importante.

Una risposta a “Cinque anni dopo la strage di Genova il Governo promette che mapperà i ponti a rischio di crollo

  1. Qualcosa in fondo si e’ mosso in questi anni..un’altra decina di ponti che, in attesa di capire a chi ne spetta la competenza, sono crollati…e intanto chi ne paga le spese sono sempre gli stessi…ma guai a fare manutenzione, meglio convergere buona parte dei fondi dei prossimi anni in un solo progetto…

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