Tachigrafo intelligente, i ritardi nello sviluppo faranno rinviare l’obbligo d’installazione?

È scattato il conto alla rovescia per l’installazione, sui veicoli di massa superiore alle 3,5 tonnellate immatricolati per la prima volta, del tachigrafo intelligente di seconda generazione chiamato, dalla Commissione Europea, a “sostituire” quelli realizzati nella prima versione, già obbligatori sui mezzi immatricolati dal 15 giugno 2019, con l’obiettivo di migliorare la geolocalizzazione dei mezzi attraverso il segnale satellitare Galileo. Ma accanto al cont-down, che ha come termine il 21 agosto, salvo eventuali proroghe, è scattata anche la corsa alla ricerca di informazioni su come utilizzare i nuovi strumenti (che per di più in diversi casi risultano introvabili), su come muoversi in una situazione che appare, come sempre, poco chiara dopo che rispetto alle previsioni iniziali ci sono stati dei ritardi nello sviluppo del servizio aperto di autenticazione dei messaggi di navigazione (il cosiddetto “Osnma”) di Galileo sui nuovi apparecchi intelligenti. E con la previsione che la “fase di prova pubblica”, possa durare fino alla fine dell’anno. Una situazione che ha spinto la Commissione a emanare l’ennesimo Regolamento di esecuzione prevedendo una “soluzione ponte”, con l’installazione di un tachigrafo intelligente “di transizione” sui mezzi immatricolati, da considerarsi valida fino a quando il servizio di autenticazione Osnma non sarà diventato operativo. Il che tradotto, significa che le imprese di autotrasporto potranno utilizzare tachigrafi forniti di tutte le caratteristiche tecniche previste per quelli di seconda generazione, fatta eccezione del servizio Osnma che, solo una volta implementato, permetterà però l’autenticazione delle posizioni registrate dal tachigrafo mediante l’uso del sistema di navigazione satellitare (Gnss di Galileo. Solo a quel punto si renderà necessario effettuare un aggiornamento del software dei “tachigrafi di transizione” ma, a oggi, non sono ancora chiare le tempistiche e, tantomeno, da chi dovranno essere sostenuti i relativi costi. In simili condizioni, si stabnno chiedendo moltissimi operatori del settore, ha un senso mantenere la scadenza del 21 agosto?