I giovani in cerca di lavoro tornano a prendere in serie considerazione l’ipotesi di costruirsi un futuro professionale al volante di un moderno tir: la notizia arriva da Roma, teatro della presentazione dell’annuale analisi realizzata dai responsabili dell’Ufficio studi di Confcommercio e dello studio realizzato da Ispi in occasione del 7° Forum internazionale di Conftrasporto-Confcommercio (leggi qui per approfondire la notizia). A svelare alcune delle ragioni per quali ragioni lo fanno è invece una mini indagine avviata dai responsabili della Fai (Federazione autotrasportatori italiani) di Bergamo che hanno deciso di “approfittare” dei corsi per il conseguimento della Cqc (la carta di qualificazione del conducente) organizzati da Truck Driver per realizzare una serie di mini interviste basate su una semplice domanda, ovvero: “quali motivi ti hanno spinto a intraprendere questa strada?”. Le risposte? “Al primo posto la passione, in diversi casi “ereditata” da familiari, seguita dall’opportunità di “farsi strada”, in tutti i sensi, nel mondo del lavoro anche alla luce del fatto che gli autisti sono diventati “merce rara” e dunque molto ricercata”, come ha spiegato Mattia Baldis, autore dei primi ma già significativi, sondaggi. Motivazioni seguite da altre ragioni: come la necessità – ma spesso anche la volontà – di un cambio di mansioni interne alla stessa azienda (per esempio da magazziniere ad autista, o da autista di mezzi leggeri a quelli più pesanti, “spinte” entrambe anche dalla prospettiva di un miglioramento salariale), ma anche dal desiderio di poter viaggiare all’estero, scoprendo nuovi Paesi e culture. Fino all’esigenza, particolarissima, di un candidato, legata all’attività di trasporto cavalli”.