I politici, si sa, fanno più promesse dei marinai. E, come moltissimi marinai, spesso non le mantengono. Per scoprire se lo fanno esiste una sola “prova”: il decreto attuativo. Ovvero l’ultimo passaggio indispensabile affinché il percorso di una nuova norma o disposizione arrivi a tagliare il traguardo e un provvedimento abbia così effettivamente valore. Disponendo che vengano paganti, per esempio, gli aiuti promessi ai cittadini. E’ quanto avvenuto per gli incentivi automotive il cui decreto attuativo è stato firmato dal premier Mario Draghi consentendo così (dopo la registrazione alla Corte dei Conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) l’effettiva entrata in vigore. E finanziando così, come previsto dalla manovra richiesta dal ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni. Mezzi che potranno essere acquistati, con un risparmio considerevole per i cittadini, grazie a bonus del valore complessivo di 650 milioni di euro l’anno per i prossimi tre anni: in totale un miliardo e 950 milioni di euro “prelevati” dal Governo da un tesoretto di 8,7 miliardi di euro messo a disposizione per il rinnovo dei veicoli in circolazione da qui al 2030. Ma cosa stabilisce il decreto? Ecco i dettagli. Per l’acquisto di nuove auto elettriche con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro viene rottamata un’auto di classe inferiore a Euro 5 (con risorse finanziare i disponibili per 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024); per l’acquisto di nuovi veicoli ibridi plug – in con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, il contributo è di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila in caso di rottamazione sempre di un’auto di classe inferiore a Euro 5 (categoria di ecobonus è finanziata con 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024; per l’acquisto di nuove vetture con motore a combustione interna che garantiscano basse emissioni con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro solo se viene rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5 ( categoria finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024). Questo per quanto riguarda le auto (con la precisazione che gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in ed endotermiche sono concessi soltanto alle persone fisiche. E che una piccola percentuale dei fondi è riservata anche alle società di car sharing ), ma a godere dei bonus saranno anche le due ruote e i veicoli commerciali con un contributo del 40 per cento del prezzo d’acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione per i ciclomotori e motocicli termici, nuovi di fabbrica (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) a fronte di uno sconto del venditore del 5 per cento ( categoria di ecobonus finanziata con 10 milioni nel 2022, 5 milioni nel 2023 e 5 milioni nel 2024) mentre per i veicoli commerciali l’ecobonus “vale” 10 milioni nel 2022, 15 milioni nel 2023 e 20 milioni per il 2024, con aiuti del valore di 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate, 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,49 tonnellate, 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate. E 14.000 euro per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate. “ “Con il via libera agli incentivi diamo una risposta concreta è molto attesa al settore automotive che sta attraversando una profonda sofferenza”, ha commentato il ministro Giancarlo Giorgetti, sottolineando come la misura pluriennale “permetterà alle aziende di fare una programmazione industriale sulla via dello sviluppo2. Giancarlo Giorgetti aha anche aggiunto che”.gli incentivi non rappresentano la soluzione alla crisi del settore che deve rinnovarsi profondamente ma rappresentano uno strumento emergenziale per attraversare un periodo difficile”.