Ogni storia può essere scritta (e letta) in modi diversi, addirittura completamente opposti fra loro. Storie in cui, a seconda di chi le racconta, il buono è in realtà il cattivo o viceversa. Il mondo dei trasporti e della logistica è, da mesi, protagonista di una storia di questo tipo, nella quale, via via che passa il tempo, coloro che nei primissimi “capitoli” si erano proposti come i “buoni”, sindacalisti pronti a scendere in campo in difesa dei diritti dei lavoratori, stanno assumendo sempre più i contorni dei cattivi. Almeno secondo la “sceneggiatura” riscritta dall’azienda che quei lavoratori li ha licenziati, affermando a chiare lettere di averlo fatto non per violare i loro diritti, ma per difendere i propri: per mettersi al riparo da violenze e blocchi illegittimi, per non essere costretta a pagare cifre “mostruose” Continua a leggere