“Temo che le Prefetture, come spesso avviene, non disporranno i controlli su tutta la filiera necessari per stabilire se sono stati forniti tempi di consegna compatibili con la sicurezza e se i tempi di riposo siano stati verificati da chi ha commissionato il viaggio e temo che questa sarà un’altra occasione persa rispetto alla necessità di “fare luce sulle attività di trasporto e logistica’”invocata dal presidente del Consiglio Mario Draghi, e al tema della sicurezza evidenziato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella come un valore indisponibile”. È un timore, ma allo stesso tempo un atto d’accusa contro le Prefetture, quello espresso dal presidente di Fai Conftrasporto Paolo Uggè commentando l’incidente stradale avvenuto in autostrada da Piacenza dove due camionisti sono morti in seguito all’incendio dei propri mezzi dopo un tamponamento. Un timore e una denuncia (di fronte a controlli “previsti da leggi dello Stato che prevedono precise incombenze per tutti coloro che sono parte della filiera del trasporto con le relative responsabilità”) ai quali il presidente di Conftrasporto ha aggiunto un invito: quello a non considerare la tragedia di Piacenza (che a 24 ore di distanza ha visto una drammatica “replica” con un nuovo tamponamento fra mezzi pesanti che ha causato una vittima) come un incidente stradale ma come una morte sul lavoro. “Quando avvengono infortuni sul lavoro la stampa è giustamente pronta a darne ampio spazio all’argomento evidenziando il tema della sicurezza”, ha affermato Paolo Uggè. “Perché casi come quello di Piacenza vengono trattati esclusivamente come incidenti stradali?”