Dalle ferrovie ai ponti, alle gallerie, alle funivie: se è vero che più indizi fanno una prova, le tragedie avvenute negli ultimi anni, dai disastri ferroviari (ultimi in ordine di tempo quelli del 2016 sulla linea Bari-Barletta con 23 vittime e una cinquantina i feriti e quello di Pioltello, alle porte di Milano, del 2018 costato la vita a tre passeggeri e il ferimento di oltre cento) a quelli su strade e autostrade (con i crolli dei cavalcavia di Annone Brianza, nel lecchese nel 2016, con una vittima e quello Ponte di Genova nell’agosto 2018 che ha causato una vera strage, con 43 vittime) fino alla funivia di Stresa precipitata nel vuoto domenica uccidendo 14 persone, rappresentano la prova più inconfutabile (e drammatica) che qualcosa nella manutenzione delle infrastrutture non va, che per colpa dichi, al governo del Paese, non sa evidentemente garantire la manutenzione, e dunque la sicurezza, c’è chi continua a morire. Una prova schiacciante dell’incapacità della politica di fare prevenzione evidenziata da più parti all’indomani della tragedia in Piemonte. A cominciare da Dario Balotta, presidente dell’Osservatorio nazionale infrastrutture e trasporti secondo il quale è “ormai evidente che sono insufficienti le manutenzioni delle reti stradali e ferroviarie e inadeguati i sistemi di vigilanza ministeriali dell’Ansfisa”, l’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali istituita a novembre 2020 sulla cui attività (“di promuovere e assicurare la vigilanza” attraverso interventi di “ carattere tecnico-operativo di interesse nazionale e comunitario, fermi i compiti, gli obblighi e le responsabilità dei soggetti gestori in materia di sicurezza”come si legge nel sito) è chiamato a esercitare “una funzione di vigilanza sull’operato” direttamente il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Un organo di vigilanza che, come denuncia sempre Dario Balotta, “ recentemente ha unificato il settore stradale e quello ferroviario lasciando nel limbo proprio le funivie : infatti due anni fa il ministero dei Trasporti aveva approvato un decreto, contenente i modelli dei regolamenti di esercizio per le varie tipologie di impianti a fune (seggiovie e funivie, sciovie e funicolari), in servizio pubblico per il trasporto di persone. Si tratta di controlli per l’esercizio e la manutenzione degli impianti a fune adibiti al trasporto pubblico di persone che evidentemente non sono stati effettuati e che ancora una volta lasciano una grande ombra sulla gestione del ministero dei Trasporti da poco diventato della Mobilità Sostenibile. Ministero che continua a proporre nuove opere senza curare la manutenzione di quelle già esistenti e vigilare sulla loro sicurezza”. Parole “pesanti”, alle quali si aggiungono quelle della segretaria generale della Cisl Piemonte Orientale, Elena Ugazio, che commentando il tragico incidente avvenuto alla funivia del Mottarone, ha ribadito “ la necessità e l’importanza di garantire totali condizioni di sicurezza nei trasporti e in tutti gli ambienti di lavoro perché nessuna tragedia possa ripetersi”.