Raffica di controlli sulle buste paga degli autisti. Ebitral: “È la strada contro la concorrenza sleale”

“La busta paga di un camionista può dire molte cose: compreso il fatto che un conducente possa essere sfruttato da imprenditori senza scrupoli, quelli che, infischiandosene del rispetto delle leggi e dei contratti nazionali di lavoro, offrono ai conducenti stipendi fuorilegge, in molti casi letteralmente da fame, in particolare a camionisti dell’Est retribuiti in alcuni casi con poche centinaia di euro. Per questo sarebbe importante che, se durante un controllo su strada “i numeri” riportati sulla busta paga esibita dal camionista (che ha l’obbligo di tenere questo documento nella cabina di guida) dovessero presentare cifre sospette, magari ben lontane dagli importi dovuti, gli agenti della Polstrada o di altre forze dell’ordine provvedessero a inoltrare immediatamente quelle buste paga ai responsabili dell’Ispettorato del lavoro, dell’Inps e dell’Inail, facendo partire ulteriori verifiche. Sarebbe di certo un’arma in più contro la concorrenza sleale dei trasportatori stranieri sottopagati”. Giacomo Ricciardi, segretario generale di Uil Trasporti e vicepresidente dell’Ebitral, l’Ente bilaterale del trasporto e della logistica composto da Fai Bergamo e dai sindacati provinciali di categoria che fanno riferimento a Cgil, Cisl e Uil, non ha dubbi: quanto avvenuto recentemente al porto di Livorno, dove gli autisti che accedono ai varchi del porto di Livorno sono chiamati a esibire, insieme ad altri documenti, anche il proprio “stipendio” proprio con l’obiettivo di combattere la concorrenza sleale e il dumping sociale, è un esempio da seguire. Non solo sui porti ma su strade e autostrade.Lo ha detto a chiare lettere, evidenziando però contemporaneamente un altro aspetto ancora più importante: la necessità di moltiplicare il numero di controlli. Perché per trasformare quelle buste paga in “prove” da esibire per condannare la concorrenza sleale e il dumping sociale occorre “controllare decine, centinaia di mezzi, e non solo pochissimi camion come avviene invece in Italia”. Controlli spessi quasi assenti sulle strade del Belpaese come ha voluto ribadire l’esponente di Ebitral ricordando una precisa denuncia fatta tempo fa dal presidente nazionale di Fai, Federazione autotrasportatori italiani, Paolo Uggè: “in un anno in Germania si fanno oltre un milione e 250mila controlli sul trasporto pesante, mentre in Italia sono meno di 200mila”. Ma ricordando anche, sempre a proposito di paragoni fra Italia e Germania, che “i tedeschi hanno anche reparti della Polizia stradale specializzati nei controlli sui camion, che si occupano esclusivamente di questo….”.Un altro esempio da seguire, esattamente come quello del porto di Livorno.

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