Lo strano caso dell’autostrada da Treviglio a Bergamo, ma che a Bergamo non arriverà…

Una nuova bretella autostradale che tutti si ostinano a chiamare “Bergamo – Treviglio” nonostante il suo percorso non sia destinato a raggiungere il capoluogo di provincia, fermandosi con il casello d’ingresso e uscita a Dalmine, dopo il no del sindaco della città Giorgio Gori; “schieramenti” pro autostrada che vorrebbero vedere il progetto accelerare a tutti i costi nonostante manchi una valutazione del piano economico finanziario dell”opera che “certifichi” se una vera e propria montagna di denaro (450milioni di euro in tutto) verrebbe davvero spesa bene e meno; 130 milioni di euro che la Regione Lombardia ha messo a disposizione per l’opera ma che, per ammissione dell’assessore regionale alle Infrastrutture, Claudia Terzi, potrebbero essere utilizzati per altre opere sul territorio. E, ancora, associazioni (a partire da Aribi per proseguire con Legambiente fino ad arrivare alla Fai, la federazione degli autotrasportatori italiani), pronte a giurare che le priorità per la mobilità in provincia di Bergamo sono altre, con strade, ponti, gallerie già esistenti da ampliare, mettere in sicurezza…. Considerazioni per di più condivise da esponenti di altri enti, come comunità montane, bacini imbriferi. E senza dimenticare, per non farsi mancare davvero nulla, la richiesta, avanzata da un esponente ambientalista, di un’indagine della magistratura sulle “molte cose non tornano”, ma anche  l’accorato appello lanciato da chi, come il presidente di Coldiretti, denuncia come sull’altare di quei 15 chilometri circa di nuovo percorso autostradale verrebbero sacrificate centinaia di migliaia di metri quadrati di aree verdi, di terreni agricoli. Tutto si può dire tranne che il progetto per la nuova autostrada bergamasca non sia diventato un vero e proprio caso e non stia facendo parlare di se. Un caso riesploso nelle ultime ore, dopo la presa di posizione, sulla vicenda, del presidente della Fai, Giuseppe Cristinelli, sceso in campo non per “dire no” all’autostrada, ma per “dire prima sì” ad altre priorità. Un intervento “di buon senso”, peraltro sulla stessa lunghezza d’onda di quanto sostenuto nelle scorse settimane da esponenti di numerose realtà del territorio, che ha dato il via a una nuova serie di reazioni a catena. Come quella, per esempio, del presidente della Provincia di Bergamo, Gianfranco Gafforelli, pronto ad affermare di non avere “nulla contro soluzioni alternative alla Bergamo-Treviglio”, ma di aver però “fino a ora sentito solo parole senza o mai vedere progetti o studi del traffico su queste alternative a un collegamento fra la Pianura e il capoluogo che è un problema e deve essere risolto in tempi ragionevoli”. O quella dell’assessore regionale Claudia Terzi, “tornata” a parlare del progetto Treviglio-Bergamo (che sarebbe più esatto ribattezzare Treviglio-Dalmine, vista la recente cancellazione dai “disegni” del raccordo per il collegamento con l’asse interurbano e dunque con Bergamo) e apparsa particolarmente stupita dalla presa di posizione adottata dagli autotrasportatori, dal loro “suggerimento di spendere i soldi pubblici su opere diffuse sul territorio”, come si è limitato ad affermare il presidente della Fai Giuseppe Cristinelli. “È una delle ultime associazioni che avrei pensato potesse contestare la Bergamo-Treviglio”, ha affermato, parlando con la redazione di Bergamo del Corriere della Sera, Claudia Terzi, apparsa dubbiosa sulla possibilità di “sostituirla con opere diffuse sul territorio”, ricordando a tutti “quanto è difficile e lungo fare questi interventi” e citando come esempio “la tangenziale di Verdello”. “Ho sempre detto che deve decidere il territorio e mi rimetto a questa volontà ma pensare di buttare all’aria il lavoro che è stato fatto finora mi appare molto strano”, ha concluso l’assessore regionale alla quale Matilde Tura del Pd, candidata alla poltrona di sindaco di Treviglio, ha mandato invece un invito a riflettere. In particolare sul fatto che “pochi mesi fa Stezzano e Bergamo si sono sfilati dal progetto” e che ora perfino “il sindaco leghista di Verdellino ha votato contro l’opera”, invocando “ un dibattito pubblico e trasparente che veda gli amministratori locali protagonisti”. Un dibattito sempre più acceso al quale si candida come partecipante di spicco anche Confindustria Bergamo che per voce del proprio delegato alle Infrastrutture, Olivo Foglieni, ha fatto sapere che “perfino i fondi stranieri vengono in Italia ad acquistare stazioni, porti, autostrade…”. Magari dopo aver letto attentamente i numeri della valutazione del piano economico finanziario della nuova infrastruttura?

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