È in arrivo un maxi carico di soldi, ma se non si muove in tempo l’Italia non potrà spenderli

“Probabilmente non capiterà mai più al nostro Paese di poter disporre di una così ingente dotazione economica ma c’è il rischio che, ancora una volta, il nostro Paese non si metta nella condizione di spendere, nei tempi adeguati, le risorse che servono a realizzare i progetti. Il nodo è sempre quello dei tempi, bisogna fare in fretta”. È questo il primo commento, a caldo, del presidente nazionale di Conftrasporto Paolo Uggé alla bozza del “Next generation” da poco presentata al Consiglio dei ministri. Un piano nazionale di ripresa e resilienza che, secondo l’esponente del mondo dell’autotrasporto,”contiene progetti e interventi dei quali il Paese senza dubbio necessita”, ma che evidenzia anche l’esigenza di riforme necessarie per snellire le procedure d’accesso e utilizzo delle risorse”. Se da un lato Conftrasporto promuove dunque “gli investimenti previsti per le infrastrutture (27miliardi di euro circa), gli interventi sui porti, le politiche di transazione energetica attraverso gli incentivi per il ricambio del parco veicolare e l’ammodernamento della flotta delle navi impegnate con i collegamenti con le isole”, e commenta positivamente il fatto che sia stato finalmente compreso “che bisogna realizzare lo Sportello unico doganale e far funzionare concretamente la piattaforma logistica nazionale, richieste che il mondo di Conftrasporto ha sempre sostenuto nel corso degli ultimi anni”, dall’altro sottolinea quanto sia vitale “affrontare con determinazione alcune riforme, tra le quali certamente devono rientrare lo snellimento e la sburocratizzazione dei procedimenti necessari a utilizzare le risorse economiche. Necessità che”, sottolinea Paolo Uggé, “è lo stesso governo a evidenziare nel piano”. Snellimento della burocrazia, rapidità d’azione: concetti che però sembrano fare a pugni con “lo strumento individuato per velocizzare gli iter, il decreto semplificazioni, che sconta il grossissimo limite di essere una norma “a tempo”, valida solo fino a dicembre del 2021. Uno strumento che di fatto, soprattutto per le piccole e medie opere, non viene utilizzato dalle stesse amministrazioni pubbliche, che proprio in virtù della temporaneità della norma, sono molto restie a impiegarlo”. Una scelta che, conclude il presidente di Conftrasporto,”lascia perplessi. Chiediamo quindi al governo di fare un vero salto di qualità, che consenta di superare i limiti normativi che ancora oggi non consentono al nostro Paese di crescere. Forse sarebbe il caso di rilanciare l’idea del dipartimento trasporti e logistica per rendere più veloci possibile gli interventi per le opere necessarie”.