La corsa alla produzione di vaccini anti Covid-19 è partita ormai da mesi e potrebbe essere in vista del traguardo, con decine di milioni di dosi destinate a essere distribuite su tutto il territorio nazionale mettendo (almeno questa è la speranza di tutti) la parola fine a uno dei capitoli più drammatici della storia sanitaria ed economica del nostro Paese e dell’intero pianeta. Ma se nei laboratori di ricerca tutto sembra procedere nel migliore dei modi la stessa cosa avviene per la “corsa” a organizzare nel migliore dei modi la distribuzione e la consegna dei vaccini? La domanda sorge spontanea leggendo la notizia, pubblicata su Trasporti-Italia.com di uno studio realizzato dal Gruppo Deutsche Post DHL in collaborazione con McKinsey & Company che ha per tema proprio tutto quanto va predisposto per far trovare pronta l’industria logistica a garantire una copertura globale dei vaccini con una strategia stabile ed efficace. Un’analisi che sottolinea in particolare come “la prima sfida a cui dovrà far fronte il settore logistico è la temperatura”, considerato che “molto probabilmente alcuni vaccini dovranno essere sottoposti a rigorosi standard che potranno raggiungere temperature fino a -80 gradi per far sì che la loro integrità sia preservata durante il trasporto e l’immagazzinamento”. Un tema particolarmente importante se si pensa che la normale catena di distribuzione del settore farmaceutico solitamente prevede il trasporto di vaccini a temperature completamente diverse. Un settore, quello logistico, chiamato dunque a il risultare, ancora una volta, determinante per poter vincere la nuova sfida, ma solo con una “cabina di regia” in grado di pianificare “scientificamente” l’operazione. Come avrebbe dovuto accadere, nei mesi scorsi, per la riorganizzazione dei trasporti pubblici in vista della riapertura delle scuole, potenziando per esempio le corse dei pullman nelle città (in modo da consentire un “carico” ridotto di passeggeri , distanziandoli) utilizzando, magari , le migliaia di pullman utilizzati per gite turistiche e fermi da mesi nelle rimesse. Soluzioni che la politica avrebbe dovuto pianificare e gestire durante l’estate e che, invece, non ha fatto. Per la distribuzione dei vaccini su mezzi a temperatura controllata cosa si sta facendo? Il settore della logistica, che come hanno drammaticamente confermato le settimane di locdown è assolutamente strategico e più che mai vitale di fronte a una simile emergenza, è stato adeguatamente coinvolto e “formato” per fare la propria parte nella distribuzione di quei vaccini che rappresentano l’unica vera arma a disposizione per evitare un’altra strage?
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