Turismo e commercio, la loro ripartenza è legata a doppio filo ai trasporti e alla logistica

“Non c’è turismo senza mobilità e non c’è commercio senza accessibilità”. Poche parole, ma più che sufficienti per “fotografare” la funzione strategica svolta dal sistema dei trasporti, della mobilità e della logistica al servizio dell’intera economia nazionale e della qualità della vita dei cittadini. Le parole sono scritte in un documento, intitolato “Iniziative di sostegno ai comparti dell’industria, del commercio e del turismo nell’ambito della congiuntura economica conseguente all’emergenza Covid-19”  che i responsabili di Confcommercio hanno inviato ai componenti della 10a Commissione permanente, quella che si occupa di industria, commercio e turismo con l’obiettivo di fornire un contributo per “consentire al Paese di uscire rapidamente dalla fase di crisi economica”, per individuare le vie da seguire per “ varare un piano urgente ed essenziale per “riconnettere l’Italia”, che punti prioritariamente alla funzionalità delle porte di accesso ai mercati di riferimento e al miglioramento delle accessibilità territoriali. Porti, aeroporti e valichi alpini funzionali e competitivi, servizi telematici, collegamenti ferroviari ad alta velocità, collegamenti marittimi con le isole, città accessibili dovrebbero essere le priorità d’intervento”, si legge nel documento che evidenzia come “occorra in particolare promuovere, in linea con le indicazioni del Piano straordinario per la mobilità turistica 2017-2022, un approccio integrato per le politiche dei trasporti e del turismo. È bene ricordare, infatti, che, secondo tale Piano, poco più della metà delle principali destinazioni turistiche del Paese sono raggiungibili in meno di un’ora dal più vicino aeroporto; circa il 45 per cento dista più di un’ora dal porto più vicino e soltanto un quarto di esse si trova a meno di mezz’ora da una stazione di alta velocità ferroviaria. Sul fronte dell’accessibilità ferroviaria, inoltre, la disomogenea estensione territoriale della rete penalizza particolarmente il Mezzogiorno: nel Sud, al netto delle isole, soltanto il 17 per cento  delle principali destinazioni turistiche dista meno di mezz’ora dalla più vicina stazione ferroviaria ad alta velocità, a fronte del 50 per cento nel Nord”. Indispensabile, oltre che oggi più urgente che mai alla luce della necessità di recuperare il terreno perso in seguito al lockdown deciso per frenare la pandemia di polmoniti, “adottare un approccio integrato turismo-trasporti, che significa innanzitutto promuovere infrastrutture e servizi di mobilità in grado di meglio rispondere alle esigenze del turismo, che possano diventare, essi stessi, una componente positiva dell’esperienza turistica e che attraverso l’accessibilità possano mettere in rete le diverse mete turistiche del Paese, diffondendo nel tempo e nello spazio le opportunità di sviluppo. Trasporti e logistica dunque come motori per riconnettere l’Italia entro e oltre il tempo dell’emergenza,  elementi indispensabili per il Paese in condizioni normali, ancor più in un momento difficile come quello attuale. Come “certifica” una volta di più il documento di Confcommercio: “ L’emergenza Covid-19 ha evidenziato la funzione strategica svolta dal sistema dei trasporti, della mobilità e della logistica al servizio dell’intera economia nazionale e della qualità della vita dei cittadini. Un sistema chiamato, durante l’emergenza, ad assicurare il trasporto dei necessari approvvigionamenti delle merci, mentre le restrizioni introdotte alla mobilità delle persone generavano o aggravavano la crisi di interi comparti economici e territori”. A riprova, appunto,  del fatto che non c’è turismo senza mobilità e non c’è commercio senza accessibilità.