Riforniscono tutta Italia, ma nessuno rifornisce loro. “Ai camionisti neppure il cibo d’asporto”

Riforniscono di cibo, medicinali tutta Italia, ma nessuno “rifornisce” loro, assicurandogli qualcosa da mangiare, da bere. È l’incredibile situazione che stanno vivendo, da ormai due mesi, migliaia di camionisti, costretti a percorrere a volte centinaia di chilometri senza trovare un bar, una trattoria aperti dove mettere qualcosa sotto i denti, d ve dissetarsi, dove bere anche solo un caffè. Una situazione che si trascina da settimane ma che non può più proseguire, consentendo a bar e ristoranti di consegnare almeno un panino, una bottiglietta d’acqua a chi “fin dall’inizio dell’emergenza Coronavirus è impegnato, in prima linea, per garantirei la sopravvivenza del paese”. A chiedere al Governo, una volta di più, di affrontare questa situazione, è stato il segretario generale di Fai-Conftrasporto Andrea Manfron ai microfoni diRadio 24 (cliccate qui per ascoltare l’audio completo) ricordando la richiesta fatta pervenire a più ministri perché sia consentita apertura di locali lungo la cosiddetta viabilità ordinaria, “garantendo l’asporto di cibo e bevande per sostenere un settore, quello dell’autotrasporto, che ha dato e sta dando moltissimo alla comunità”. Il collegamento radiofonico è stato anche l’occasione, per l’esponente della più importante federazione di autotrasportatori d’Italia di fare un bilancio della situazione “economica” del mondo dell’autotrasporto all’inizio della fase 2, calcolando una perdita di volume d’affari per il settore fra il 30 e il 40 per cento, con settori che non hanno quasi risentito della crisi, come per esempio quello agroalimentare, e altri invece letteralmente messi in ginocchio, come per la distribuzione di carburante in molti casi quasi azzerata.