Caro Governo, il Coronavirus è un nemico da sconfiggere copiando la strategia di Napoleone

Ha deciso di concludere la sua lettera aperta, scritta con la speranza di fornire al Governo ” uno spunto per iniziare un ragionamento e una discussione”, scusandosi per aver “senz’altro scritto degli strafalcioni” (e forse non riflettendo sul fatto che, con il livello culturale raggiunto da certi esponenti politici di ultima generazione, gli strafalcioni potrebbero spalancare le porte del Parlamento, del Senato, addirittura di qualche ministero?). Una lettera, quella di Rudi Galli, di Livigno, autotrasportatore associato alla Fai, federazione autotrasportatori italiani, di Sondrio, che qualche politico farebbe bene a leggere, perché, come scrive l’autore,  non ha “la presunzione di dire che è la ricetta giusta”, ma ha invece la certezza che “se non è soluzione che vale per tutti , per le aziende che vogliono ripartire, sopratutto quelle artigiane , manufatturiere ,aziende di trasporto, potrebbe essere un modo per guardare al futuro con uno stato d’animo diverso , sicuramente più sostenibile”. Ecco il testo completo. “Se dovessimo ripartire (come sembrerebbe): anziché tentare le aziende, già oppresse dai debiti a indebitarsi ulteriormente e istigare gli imprenditori furbetti a ipotizzare di usufruire di finanziamenti garantiti dallo stato al 90 per cento e poi magari preparare un bel pouff , lasciare ad altri l’onere di fare fronte alla cassa integrazione o al reddito di cittadinanza dei dipendenti lasciati per strada, e ai debiti generati (magari tramite un bel aumento di accise, visto che è lo strumento solitamente usato per pagare i debiti di guerra; e pare che in guerra siamo) perché non prendiamo in considerazione un’altra ipotesi? Sospensione dei contributi dei lavoratori dipendenti e non, fino al 31/12/2021. Dopodicheé pagamento mensile di quanto non versato a partire dal 01/01/2022 in 6 anni con un tasso di interessi sostenibile (1 per cento? Lo Stato potrebbe forse anche guadagnarci) e la garanzia lo Stato la dà ai lavoratori anziché alle banche. Ho provato a fare come faceva Napoleone prima di decidere se andare in guerra: ossia vantaggi e svantaggi. Vantaggi: liquidità vera già sui conti correnti delle aziende, nessun aumento del debito complessivo delle aziende, incentivazione al mantenimento dei posti di lavoro da parte delle aziende (i lavoratori lavorano e pigliano gli stipendi), calo della richiesta di cassa integrazione ,nessun esborso immediato di denari da parte dei governi, riduzione del lavoro sommerso, nessuna entrata immediata per le aziende che hanno chiuso in questo periodo e sui conti correnti non hanno nulla, nessun beneficio per le aziende che non hanno dipendenti pochi benefici e probabilmente non sufficienti per aziende con pochi dipendenti. Non so se i contributi di oggi servono per pagare le pensioni di oggi, in quel caso mancherebbero degli eurini…

Svantaggi: lo Stato si dovrà fare carico dei contributi non pagati nel caso le aziende saltino, ma ricordiamoci che sono crediti privilegiati nelle procedure di fallimento. Di certo non è soluzione che vale per tutti , ma per le aziende che vogliono ripartire, sopratutto quelle artigiane , manufatturiere, aziende di trasporto, potrebbe essere un modo per guardare al futuro con uno stato d’animo diverso , sicuramente più sostenibile. Non ho la presunzione di dire che è la ricetta giusta, prima ancora che imprenditore mi considero camionista. Senz’altro avrò scritto degli strafalcioni , ma forse potrebbe essere uno spunto per iniziare un ragionamento e una discussione” .