Un nuova “tabella” destinata a stabilire i costi indicativi di riferimento dell’autotrasporto per conto terzi, con quattro classi di veicoli in base alla diversa massa complessiva (fino a 3,5 tonnellate, tra 3,5 e 12 , tra 12 e 26 , oltre 26 tonnellate) e con quattro voci di costo: veicolo a motore più rimorchio/semirimorchio (comprensivo di acquisto, manutenzione, revisione, pneumatici, bollo e assicurazione); ammortamento del veicolo a motore (da 3 a 6 anni) più rimorchio/semirimorchio (da 8 a 12 anni); lavoro (comprensivo di stipendio, trasferte e straordinari);energia (ovvero le spese per le diverse possibilità di alimentazione). Un progetto di “ricalcolo” dei costi dell’autotrasporto che ha mosso un primo passo con l’invio di una “richiesta di parere per ottenere una valutazione di compatibilità con la normativa a tutela della concorrenza” trasmessa dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, l’Agcm che ha già espresso un parere favorevole. I responsabili dell’Autorità hanno infatti valutato percorribile nel complesso l’impostazione metodologica del nuovo schema sottoposto dal ministero, in quanto “suscettibile di mantenere sufficienti spazi per il confronto competitivo tra le imprese di autotrasporto nella definizione dei rispettivi prezzi”, consentendo alle stesse “di muoversi in uno spazio di offerta esteso, come tale rispettoso della autonomia negoziale. Perché ciò avvenga”, hanno però sottolineato i responsabili dell’Autorità, “è tuttavia necessario che i valori di riferimento siano definiti in misura sufficientemente ampia sulla base di forcelle che tengano conto di un valore minimo e un valore massimo, a seguito di valutazioni oggettive”. Una definizione dei valori che “potrà anche avvenire a cura di un soggetto terzo, purché a tutti gli effetti indipendente e professionalmente idoneo a tale compito”.