“Delusa e amareggiata per gli interventi che il Governo dice di aver messo in campo per le imprese per fronteggiare l’emergenza. E’ mai possibile che un’azienda debba subire danni immani per una chiusura che le è stata imposta dallo Stato (per ragioni condivisibilissime, ma pur sempre imposta) e l’unica risposta che ottiene è la possibilità di avere una garanzia su un finanziamento di cui l’azienda non avrebbe assolutamente avuto bisogno in tempi normali? Ci si deve indebitare per pagare danni che non sono dipesi dalle scelte o dalla volontà dell’azienda. Io la trovo una cosa vergognosa e non degna di un Paese civile. Spero davvero che vi stiate facendo sentire e con Voi tutte le altre associazioni di ogni categoria”. Inizia così il messaggio che i responsabili di un’impresa di autotrasporto bresciana ha deciso di inviare alla propria associazione, la Fai (federazione autotrasportatori italiani”, per uno sfogo che, probabilmente accomuna migliaia di autotrasportatori in tutta Italia, delusissimi da manovre che il Governo non perde occasione per elogiare ma che chi lavora vede evidentemente in modo differente. “Senza contare naturalmente tutti i cavilli, la burocrazia e i vincoli legati all’ottenimento di questi finanziamenti (benestare Ue altrimenti non se ne fa niente, mantenimento dei livelli occupazionali coi sindacati, divieto di distribuire gli utili – che per carità magari ce ne fossero!),”si legge sempre nello sfogo per il quale l’autrice chiede peraltro chissà perché scusa (forse se tutti i lavoratori usassero gli strumenti di comunicazione per denunciare l’inadeguatezza delle manovre politiche e di molti esponenti non farebbero un favore all’intero Paese mettendo in un angolo gli incapaci? ) “Hanno avuto il coraggio di definire questo decreto una potenza di fuoco, per me è una vera e propria supposta per non dire altro. Spero davvero non si resti zitti”. Soprattutto in materia di fatture non saldate dai committenti. “
Volevo poi portare alla sua attenzione anche un problema assai grave e di cui temo le conseguenze nei prossimi giorni”, scrive l’associata rivolgendosi direttamente al presidente della sua associazione, Sergio Piardi. “Si tratta del mancato rispetto da parte dei clienti dei termini di pagamento concordati, giustificato dall’emergenza Covid-19. Per quanto ci riguarda stiamo ricevendo mail quotidiane da parte di clienti che o perché sono chiusi o perché non sanno se a loro volta incasseranno ci comunicano di non voler onorare le prossime scadenze. Ritengo questa una prassi che, se perseguita, in brevissimo tempo porterà a un secondo collasso e a un contagio altrettanto pericoloso per la nostra economia. Mi chiedevo quindi se a livello associativo si era pensato di fare qualcosa su questo fronte. Un comunicato stampa magari? Piuttosto che una linea comune per affrontare in maniera tempestiva e immediata gli eventuali insoluti che dovessimo ricevere? Abbiamo già pianificato di onorare tutte le prossime scadenze, ma capisce che se i nostri clienti non faranno altrettanto saremo costretti ad adeguarci a un sistema che riteniamo ingiusto e rovinoso. Se andiamo avanti in questo modo rischiamo la chiusura dell’azienda!!!”