“Non vi dico come sono i bagni perché starete facendo colazione. Ma sarebbero da bruciare…”. Poche parole, inviate dal telefonino, di prima mattina, al responsabile di un’associazione di autotrasportatori da un camionista per fornire la prova di quali condizioni igienico sanitarie si trovano in realtà ad affrontare ogni giorno coloro che vengono chiamati a garantire una vita più normale possibile al Paese consegnando cibo, medicine, materie prime da lavorare nelle aziende. Allegata una foto: un piccolo bagno chimico ai margini di un piazzale deserto. Il più lontano possibile dall’azienda che ha chiesto a quel camionista di caricare o scaricare le merci, trattandolo come il peggior untore. La fotografia non mostra l’interno, ma le parole lasciano facilmente intuire: un bagno (probabilmente lurido) da bruciare, come si faceva nell’antichità per combattere le epidemie. Un “cesso” nel quale in molti avrebbero avuto schifo (e forse paura) a entrare anche prima dell’epidemia… È questa la prevenzione contro la diffusione del Coronavirus riservata alla categoria per ripagarla dei sacrifici che sta facendo e dei rischi che sta accettando di correre per il bene di tutti?