Servizi di trasporto: c’è chi va per la propria strada e chi si unisce al servizio di tutti

Era stato indicato chiaramente fin dalla sua costituzione: la nuova rappresentanza del mondo dei servizi di trasporto all’interno di Confcommercio partiva da un’idea ben precisa, quella di dare forza al settore del trasporto e della logistica, come risposta agli interessi del Paese, attraverso un cammino associativo frutto di condivisione di progetti, diversi fra loro e con differenti interlocutori, ma uniti da un obiettivo comune da raggiungere: aiutare il Paese a crescere facendo sistema. Un esempio da “costruire”, un traguardo raggiungibile solo unendo le forze di persone capaci di guardare non solo al “proprio orticello”. Un’impostazione, quella individuata fin dalla partenza, che sta incontrando l’interesse delle imprese di diversi settori. Come testimonia un nuovo importante passo in avanti compiuto con la decisione di Federagenti (unica federazione nazionale degli agenti raccomandatari e dei mediatori marittimi presente in tutti i 144 porti marittimi italiani in rappresentanza di circa 600 aziende, per un totale di oltre 8000 dipendenti diretti) di “salire a bordo” della rappresentanza di Confcommercio varata proprio per fornire alle istituzioni e al mondo politico un unico interlocutore in grado di aggregare tutta la filiera logistica italiana, abbracciando tutte le componenti del trasporto via terra e via mare. Riunendo la rappresentanza politica dei mondi imprenditoriali della logistica nella realtà che (anche se qualcuno potrà ovviamente pensarla diversamente) è sempre più legata al mondo dei servizi, componente divenuta l’elemento trainante nella rappresentanza, come qualsiasi valutazione oggettiva non può non evidenziare. Senza che in “cabina di guida” o “al timone” ci siano persone con interessi di parte. Nessuno contesta la legittimità di altre iniziative, ma Conftrasporto e Confcommercio non potranno mai essere d’accordo a lasciare spazio a chi utilizza la propria forza per tutelare al meglio i propri interessi aziendali. Non è preconcetta questa linea: discende dalla necessità che ogni aderente si debba sentire tutelato in modo uniforme, attraverso una politica omnicomprensiva di tutti gli interessi presenti in un settore. L’imprenditore è il titolare delle scelte della propria impresa e questo non è stato né sarà mai messo in dubbio. Nessuno intende impedirlo. Ma poiché quello che serve a un settore è il rapporto complessivo con il mondo politico, occorre opporsi al rischio che finiscano per prevalere gli interessi di una singola realtà imprenditoriale. Anche il mondo associativo ha subito un’evoluzione: c’è stato un tempo in cui un importante personaggio sosteneva che fare gli interessi di un’impresa significava occuparsi degli interessi dell’intero Paese; oggi non può più essere così in un mondo globale dove occorre partire dalle complessità per dare risposte adeguate utili anche a una singola impresa. Gli esempi provano che coloro che hanno, in modo evidente, preferito la splendida solitudine sono usciti dal mercato. Gli interventi a sostegno sono sempre più finalizzati a incentivare scelte globali. Per questo occorre che il confronto veda la sintonia tra chi assume le decisioni in chiave globale e chi deve tutelare il singolo Paese. Ora il mondo del trasporto e della logistica in Confcommercio ha trovato la propria collocazione in un “gioco di squadra” che si potrà e si dovrà ancora rafforzare individuando modalità e condizioni perché questo possa avvenire con un obiettivo comune e condiviso: una forza sempre maggiore nel rappresentare, complessivamente, il mondo dei servizi della logistica. Il nostro Paese sente sempre più forte (in molti casi in modo ormai drammatico) la necessità di uscire da un isolamento (frutto di una barriera alpina sempre più difficile da superare per colpa di divieti assurdi e inaccettabili e di un sistema di porti che spesso fa acqua da tutte le parti) che impedisce il suo sviluppo economico. Puntare sull’esigenza di connettere il Paese, attraverso infrastrutture e servizi diversi ma “in rete” fra loro, facendo sistema, è un obiettivo vitale. Che richiede il riconoscimento del ruolo di interlocuzione a chi la rappresentanza non si limita a evidenziarla, ma effettivamente la detiene. Il sistema manifatturiero ha un’importanza vitale, ma per essere messo in condizioni di risultare vincente sui mercati ha bisogno di raggiungerli, e rapidamente, e questo può avvenire solo in presenza di un nuovo sistema interconnesso e di una politica di governo sintonizzata. In caso contrario si impoverisce il sistema Paese e il fenomeno della delocalizzazione esploderà ancor di più impoverendo la già fragilissima economia italiana che rischia di trovarsi in poco tempo fuori dai processi produttivi e di fatto integrata e assorbita dai gruppi finanziari che hanno invece un orizzonte più ampio. Ecco perché l’adesione al mondo Confcommercio-Conftrasporto è la scelta che può divenire vincente, in quanto in condizione di dare risposte idonee sempre più di sistema. Un’occasione che andrebbe potenziata, per il futuro del Paese, superando le aspettative legittime dei singoli. Se come diceva Gaber “un uomo solo è sempre in buona compagnia”, un imprenditore per essere vincente deve essere invece parte di un insieme.

Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e di Confcommercio