L’incontro in programma giovedì 14 novembre fra i rappresentanti delle associazioni dell’autotrasporto e il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Paola De Micheli finirà con un confronto o con uno scontro? Sono in molti a domandarselo. Fra gli autotrasportatori moltissimi sembrano aver già trovato la risposta: Se non ci sarà confronto sarà comunque scontro. Un’indicazione emersa chiaramente anche nelle assemblee organizzate nei giorni scorsi in diverse regioni dalle federazioni aderenti a Conftrasporto, e ribadita, alla vigilia dell’incontro con il ministro, dal vicepresidente di Confcommercio e di Conftrasporto Paolo Uggè, a capo della Fai, la Federazione autotrasportatori italiani irremovibile sul da farsi in caso non dovessero arrivare soluzioni immediate e concrete ai diversi problemi da mesi sl tavolo, con particolare attenzione ai pesantissimi tagli ai rimborsi sul carburante previsti nella legge di Bilancio e sui provvedimenti legati al clima. “Nell’incontro del 14 novembre con il ministro occorrerà sfatare la rappresentazione che lega il cambiamento del clima all’inquinamento generato dall’attività di trasporto”, afferma Paolo Uggè. “I dati testimoniano sia la ridotta quota di responsabilità dell’autotrasporto nei fattori di inquinamento (il 4,6%), sia quanto e come i responsabili di queste ultime abbiano investito negli anni per migliorare le emissioni destinate ad alterare il clima (diminuite del 29,7%). Viene a cadere quindi la tesi che permea questa Legge di bilancio che toglie, in due anni, un miliardo e 200milioni di euro al settore tagliando il recupero dell’accisa sul gasolio, legando la manovra (destinata a uccidere letteralmente moltissime imprese) proprio al fattore inquinamento”. “A questi tagli”, prosegue il vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio, , “si aggiungono quelli, per un importo di altri 160 milioni di euro, sulle spese non documentate, e un lunghissimo elenco di problemi irrisolti: dalla paralisi delle Motorizzazioni civili ai divieti di circolazione al Brennero; dai costi della sicurezza ai tempi di pagamento, alle conseguenze derivanti dalla questione Ilva, fino ai trasporti eccezionali praticamente quasi impossibili da effettuare dopo i crolli dei cavalcavia di oltre due anni fa. Le rappresentanze dell’autotrasporto si sono sempre dimostrate responsabili e hanno sempre sostenuto la positività del confronto” conclude Paolo Uggè, ” ma da quanto si riesce a comprendere in questa manovra, che potrebbe essere definita complessa, sembra essere mancata la volontà di avviare un’interlocuzione, condizione indispensabile per creare rapporti costruttivi. Se si vogliono evitare facili tensioni, occorre ricostruire un rapporto che sappia affrontare l’insieme delle varie questioni, partendo dall’esigenza della conoscenza sia della rappresentanza sia della delicatezza dei diversi argomenti”.