“Toninelli? Quasi impossibile lavorare con lui”. Rixi “condanna” la gestione del ministero

“Lascio quasi volentieri: continuare a lavorare accanto a Toninelli era praticamente impossibile. Ha tolto le deleghe a Siri in due ore senza neppure una telefonata e senza che Armando avesse ricevuto neppure un avviso di garanzia. E queste cose hanno pesantemente incrinato il rapporto di fiducia: non si può provare a risalire la china infangando gli alleati, sacrificando rapporti umani e progetti costruiti insieme. E poi da qualche tempo il ministro grillino ha proceduto a nomine, come il presidente dello Stretto, in settori che riguardavano le mie deleghe senza neppure consultarmi. E ha finito per occupare militarmente tutti i posti all’ interno del dicastero, spesso senza alcuna attenzione al merito. E questo non è giusto, né corretto. Che devo dire di più”. Più che qualche sassolino dalle scarpe sono veri e propri macigni quelli che ha deciso di togliersi  l’ormai ex viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi, dimissionario dopo la condanna nel processo per le cosiddette “Spese pazze” in regione Liguria. Macigni (destinati a frantumare definitivamente l’immagine di un ministro già pesantemente minata da ripetute uscite infelici?)  pronunciare da un uomo “profondamente amareggiato”, come ha dichiarato lo stesso Rixi in un colloquio con un giornalista del quotidiano il Messaggero, di fronte a una sentenza nella quale “i giudici sono andati giù pesanti, hanno decretato una condanna superiore alle richieste dei pm e perfino l’ interdizione perpetua dai pubblici uffici. Vengo trattato come un criminale e questo senza aver commesso alcun reato”ha detto  l’ ex sottosegretario”. Parole che  fanno trasparire una grandissima amarezza, solo in minima parte compensata dal senso di sollievo  provato al pensiero di non dover più lavorare  con un ministro con il quale era diventato “impossibile lavorare”. Un ministro, ha concluso Edoardo Rixi,  “che in vista della conferenza nazionale sui porti in programma l’ 11 e il 12 giugno neppure ha fatto formalizzare gli inviti…”.