Tav, il tunnel non c’è ma si vede. Ed è lungo 7 chilometri (come mostra questo video…)

Il tunnel fantasma della Tav, denunciato dal vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio, secondo il quale una prima porzione di galleria della linea ad alta velocitàTorino Lione “non esisterebbe” perché “non sarebbe ancora cominciato il tunnel del treno“ e perché sarebbero “solo le peggiori lobby del Paese a volere che si inizi a fare la Tav che è a zero come cantiere”, invece esiste ed è stato mostrato in carne e ossa (o meglio in pietra terra e roccia”) dalle telecamere di Report che sotto quel tunnel “inesistente” ci ha mandato un’inviata. Accompagnata da addetti agli scavi che quella galleria non solo l’hanno già perforata per oltre sette chilometri ma continuano a scavarla, 24 ore al giorno, sette giorni su sette, con una maxi trivella che si chiama Federica. (cliccate qui per vedere il video)Un’inviata che ha spiegato, direttamente da “dentro la galleria”, che  quel tunnel “che secondo il vicepresidente Di Maio non esisterebbe, non sarebbe ancora cominciato, lo abbiamo ripreso con le telecamere”, come confermato del resto da un “supertestimone”: il vicepremier leghista Matteo Salvini.  Perché, ha spiegato l’inviata di report,  “secondo Salvini, che i lavori va a vederli, si è già scavato abbastanza da non fermare il tunnel”. Una puntata da vedere e rivedere (soprattutto per gli elettori del Movimento 5 Stelle?) quella di Report che non ha risparmiato colpi da ko (politico) anche al ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Danilo Toninelli, pronto a sua volta a dichiarare che la galleria non è ancora incominciata, affermando, sempre in onda,  che “il cantiere Tav, la galleria di base, non esiste”, che ” sono state fatte solo alcune gallerie geognostiche cioè di verifica”.  Per concludere poi con un bel “ chissenefrega di andare a Lione, lasciatemelo dire”. Ma gli autori della puntata di Report dedicata alla Tav e intitolata, giusto per mettere le cose in chiaro, “Dentro il tunnel” non si è limitata  a mostrare solo le immagini che confermano che il tunnel esiste (con tanto di dichiarazioni di un responsabile del lavori pronto a precisare come oltre ai sette chilometri e mezzo di gallerie del treno siano stati scavati anche altri 20 chilometri di tunnel accessori): ha presentato anche molti altri “passaggi” imperdibili: come per esempio il “passaggio” in cui si precisa che qualora si decidesse di non far più il tunnel non basterebbe chiuderlo come fosse una cantina e andare via, ma bisognerebbe fare progetti e lavori per richiudere il  colossale “buco”(con altrertanto colossali costi da sostenere?); o laddove si afferma che “Uscire dalla Torino Lione sarebbe come uscire dalla Nato” perché vorrebbe dire che verrebbe “ ricusato un trattato internazionale”, cosa che è successa l’ ultima volta durante la guerra e che ha avuto come protagonista un signore che si chiamava Benito Mussolini. Parola di Paolo Foietta commissario e presidente (decaduto) dell’osservatorio Torino Lione. Un signore che davanti alle telecamere di report ha dichiarato di aver inviato 12 e mail Pec a Di Maio e Toninelli senza che nessuno gli abbia però mai risposto. Salvo poi vederli andare davanti alle telecamere per confermare che il tunnel non esiste, che è un tunnel fantasma frutto di fantasie di qualche lobby fra le peggiori…