Il finale di una partita dipende dalle “giocate” di chi scende in campo. La stessa cosa accade per il futuro di un Paese: le scelte che gli elettori decideranno di fare il 26 maggio ricadranno su ognuno di noi. Per il settore dell’autotrasporto saranno più che mai in passato fondamentali le “giocate elettorali” degli operatori del settore: il loro voto dirà se la categoria potrà imboccare la tanto attesa strada della competitività in Europa o se sarà condannata a veder finire “fuori strada” moltissime imprese e migliaia di lavoratori. In questi mesi, come era stato annunciato, Conftrasporto Confcommercio ha cercato di mettere in condizione i propri operatori di aver dei punti di riferimento per poter scegliere consapevolmente coloro che diverranno per i prossimi cinque anni i rappresentanti dell’Italia nel Parlamento europeo. Nessuno è stato discriminato ma è stato deciso di dare (cosa che verrà fatta fino all’ultimo momento utile) adeguate informazioni su quelle forze politiche e quei candidati che, dopo aver letto il manifesto elaborato da Conftrasporto e inserito anche nel documento di Confcommercio, hanno contattato la federazione e hanno rilasciato delle dichiarazioni di condivisione. Ognuno può trovare sul sito di Conftrasporto, nella parte dedicata alle elezioni, i nominativi di coloro che hanno ritenuto di riconoscersi nell’iniziativa. Nessuna esclusione, dunque, ma semplicemente la volontà di proporre e d’informare che competono al ruolo di chiunque guidi un’associazione. Chi, da parte del mondo politico, non si è fatto vivo lo ha evidentemente fatto per scelta. Il che può significare soltanto due cose: o non considera una categoria, fondamentale per l’economia del Paese, neppure degna di una risposta, oppure è ideologicamente schierata contro questa attività. Qualunque sia la ragione, almeno non votiamoli! Nel documento di Conftrasporto Confcommercio sono stati evidenziati i principali temi che l’associazione ritiene indispensabile affrontare immediatamente. A cominciare da quello del rispetto delle regole, che non può essere gestito solo con dichiarazioni di intenti o, peggio ancora con la politica del “no”, ma con i fatti. La libera circolazione delle merci non può e non deve essere ostacolata nei Paesi facenti parte della zona Ue ma deve essere garantita. Ma nell’elenco delle priorità irrinunciabili e non più rinviabili ci sono anche la funzionalità degli uffici periferici del ministero, che debbono poter effettuare le revisioni dei veicoli pesanti, e che non può restare irrisolta, così come non è più possibile non avere risposte “strategiche” sulle infrastrutture, che devono rispondere all’esigenza di collegare il Paese con il resto d’Europa al fine di assicurare la connettività, e che vanno affrontate in un quadro di certezze e realizzate. Queste sono state, insieme ad altre che è possibile trovare sul sito di Conftrasporto, le principali questioni evidenziate (ma rimaste irrisolte) da Conftrasporto che continuerà a operare con ogni strumento possibile a tutela delle imprese e per il futuro del Paese. Sabato a Torino la federazione ha rimarcato la necessità per tutta la nostra economia della realizzazione della Tav che consentirà di aprire il corridoio mediterraneo. Non per una questione politica insensata ma a favore dell’economia nazionale. Fino alla noia gli esponenti di Conftrasporto Confcommercio hanno sottolineato, poco ascoltati, come sia indispensabile avere alla guida del Paese una classe politica capace di comprensione e , diretta conseguenza dell’aver capito, di tracciare una politica dei trasporti razionale, legata a un progetto di sistema, che, fino a oggi, non abbiamo potuto riscontrare. In questi ultimi giorni abbiamo dovuto registrare un ulteriore esempio di superficialità: la regolamentazione degli Ncc. Nonostante le ripetute denunce contro una norma destinata a mettere in ginocchio le imprese di noleggio di auto con conducente, si è deciso di non risolvere il problema, sorto per soddisfare un aspetto di illegittimità prevalentemente legato alla capitale, ma di trasformarlo in una tragedia che colpirà migliaia di operatori. È questo il cambiamento? Le soluzioni esistono ma le segnalazioni effettuate non sono state prese in considerazione. Un atteggiamento di noncuranza che si è riproposto anche sulle norme dei trasporti eccezionali, col risultato che le imprese non sono in grado di operare in sicurezza e in modo competitivo. Questo impatta sulla stessa attività in negativo anche per il sistema produttivo, come denunciato recentemente dalla stessa Federacciai. È davvero troppo chiedere regole chiare per tutti e fatte rispettare, come dovrebbe accadere anche per i costi della sicurezza del trasporto, nel rispetto di pronunciamenti comunitari e della Corte costituzionale che ne ha ribadito la legittimità delle indicazioni, se definiti da uffici della Pubblica amministrazione? Ottenere sempre un “no”come risposta (o in alternativa il silenzio) non è forse la più lampante conferma del disinteresse per il rispetto dei cittadini, del loro lavoro, della loro sicurezza? L’ultimo episodio che ha dimostrato quanto la mancanza di regole e controlli impatti sull’attività è il caso di caporalato e di sfruttamento nel settore della logistica che ha indotto il tribunale di Milano a ordinare l’amministrazione giudiziaria per la Ceva Italia. Quanti controlli vengono effettuati sull’intera filiera per verificare il rispetto delle norme sulla sicurezza sociale e della circolazione? Eppure le disposizioni di legge esistono e prevedono controlli mirati. Poi ci si meraviglia degli episodi come quello denunciato sul Corriere della Sera, che comunque, forse per evitare rischi, è tornato rapidamente nell’oblio. Qualche responsabile ci sarà di questi comportamenti che non vanno dimenticati e, anzi, ben ricordati di fronte alla scheda sulla quale compaiono i simboli sui quali apporre una croce: l’invito agli operatori dei trasporti e della logistica è quello di andare in massa ai seggi per sostenere coloro che non si sono disinteressati della loro attività, votando chi ha condiviso le strade indicate da Conftrasporto Confcommerio per far ripartire l’autotrasporto e l’economia dell’Italia. Non costa nulla ma è un investimento che aiuterà a costruire un futuro migliore per il Paese. Ps: ci permettiamo di segnalare agli elettori della circoscrizione centrale il nome della candidata Carlotta Caponi (vedi il sito Conftrasporto), facendo nostro, in particolare, uno slogan: “prima di tutti una dei noi”.
Paolo Uggé, vicepresidente di Conftrasporto e Confcommercio