L’Autorità di regolazione dei Trasporti rinuncia alle “maniere forti” per far pagare le imprese

Alla fine l’Autorità di regolazione dei Trasporti ha innestato la retromarcia: “messa all’angolo” dalla “rivolta” delle principali associazioni di categoria (che a inizio maggio hanno presentato ricorso al Tribunale amministrativo regionale del Piemonte contro la richiesta dell’Autorità stessa di far pagare un contributo alle imprese di autotrasporto con un fatturato superiore a cinque milioni di euro e che al 31 dicembre 2018 avessero in disponibilità veicoli con massa complessiva superiore a 26 tonnellate e che svolgessero servizi di trasporto in connessione con le infrastrutture elencate nella delibera stessa) l’Art ha deciso infatti di sospendere la riscossione coattiva del contributo dell’anno 2019 fino alla sentenza del Tar. Una decisione adottata dopo l’udienza del 7 maggio alla Camera di Consiglio per l’esame collegiale delle istanze presentate contro la delibera dell’Autorità 141/2018 con la quale si chiedeva appunto alle imprese di pagare il contributo nonostante, come più volte ribadito, dagli esponenti delle associazioni, l’Authority non abbia mai esercitato le proprie funzioni in via diretta sulle aziende del comparto già chiamate a pagare Albo, Antitrust e in diversi casi anche Agcom. Costi destinati a incidere sui bilanci aziendali e che contribuiscono ad rendere le imprese italiane meno competitive rispetto alle concorrenti straniere. L’appuntamento per conoscere il seguito della vicenda è per il prossimo 16 ottobre data in cui è stata fissata la discussione sul merito della questione.