Def, il documento sulle infrastrutture è un vero pasticcio con concetti che contrastano fra loro

“Un groviglio di temi, assiomi e affermazioni, talvolta in contrasto tra di loro, in cui diventa difficile orientarsi. Un tripudio di inglesismi dal quale trapela, purtroppo, la perdita di centralità e autonomia della sfida per l’accessibilità e la logistica del Paese. Così il vicepresidente di Conftrasporto Confcommercio Paolo Uggè ha definito l’ultimo degli allegati al Def 2019 sulle infrastrutture trasmesso in Parlamento soltanto ieri. Un “erede” dell’Allegato infrastrutture, nato per dare chiarezza sul fronte delle politiche di settore in Italia, divenuto, stradafacendo, un autentico obbrobrio, di quelli che possono nascere quando si fa un copia-incolla da un po’ di documenti senza averne capito troppo il contenuto o magari senza proprio conoscere la materia che si ha di fronte, al punto da spingere Paolo Uggè ad affermare di non sapere “se sia il caso per gli operatori del trasporto di tirare un sospiro di sollievo o di esalare l’ultimo respiro dopo averne letto i contenuti”.“Ciò che trapela dal documento, in un tripudio di inglesismi è, purtroppo, la perdita di centralità e autonomia della sfida per l’accessibilità e la logistica del Paese”, afferma Paolo Uggè. “Accessibilità e logistica sulle quali, invece, l’Italia dovrebbe puntare prioritariamente per uscire, innanzitutto, dalla lenta crescita economica”. E se tra i quattro pilastri strategici delle future politiche del settore, Conftrasporto saluta invece “con prudente soddisfazione” quello riguardante la sicurezza e la manutenzione delle infrastrutture, che prelude alla volontà di avviare un serrato programma di manutenzione delle reti, i voti tornano bassi in materia di mobilità elettrica e attiva che la Confederazione dei trasporti e della logistica che fa capo a Confcommercio giudica parziale e inadeguato. Un documento che, trascurando le esigenze del settore merci, teorizza “la necessità “a prescindere” di diffusione di una alimentazione dagli evidenti limiti operativi, e sulla cui sostenibilità, nell’intero ciclo di vita dei veicoli, la stessa Agenzia europea sull’ambiente ha recentemente espresso chiare riserve”. Infine il vicepresidente di Confcommercio Conftrasporto bolla come “veramente paradossale” che in una parte del documento “si esprima la necessità di completare il disegno infrastrutturale delle reti TEN T in Italia (evidenziando anche le esigenze di alcune puntuali integrazioni), mentre in una tabella in appendice si sottolineano i notevoli costi a finire della Torino Lione. È raccapricciante leggere che in questi costi si comprendono anche quelli a carico di Francia e UE, sottolineando la risoluzione parlamentare che ha impegnato il Governo a ridiscutere integralmente l’opera”. La domanda sorge spontanea: chi ha scritto ha capito di cosa si stava occupando?