“Non si possono mettere sullo stesso piano furgoni Euro 3 che fanno 50 o 60 consegne al giorno e i camion utilizzati per i traslochi che magari percorrono pochissimi chilometri al giorno per poi stare fermi ore davanti a un edificio, pagando per di più la tassa di occupazione del suolo. E non si può pensare che le imprese di traslochi possano cambiare continuamente mezzi che, allestiti con piattaforma gru , costano tra i 400/500mila euro e che hanno piani di ammortamento di oltre 15 anni. Chi ha investito pochi anni fa su questi grossi camion diesel dovrebbe già rottamarli perché un’amministrazione comunale cambia le regole ogni 4 o 5 anni? Così forse si combatte l’inquinamento ambientale ma di certo si uccidono le imprese del settore. Il problema dell’ambiente è importante e ciascuno di noi è pronto a fare la propria parte, ma le misure per affrontare il problema vanno prese con buonsenso e oltre alla sostenibilità ambientale va considerata quella economica. Altrimenti Area B rischia di far chiudere tantissime imprese”. È un invito forte e chiaro quello lanciato dai traslocatori ( ma anche dai titolari di aziende di spurghi e ambulanti) all’amministrazione comunale di Milano in merito al progetto antinquinamento che il prossimo 25 febbraio vedrà accendersi le prime 15 telecamere antismog, che da via Anassagora a Rogoredo, Mecenate o Feltrinelli controlleranno e multeranno le auto diesel fino a Euro 3 e quelle a benzina Euro 0. Un invito a esaminare le differenze che caratterizzano l’uso dei mezzi di trasporto, evitando di penalizzare chi, proprio per le caratteristiche della propria attività, fa un uso diverso (e molto meno inquinante) del proprio camion, destinato per di più a costare molto più caro di altri. Considerazioni che i rappresentanti di categoria hanno ribadito nel corso di un incontro promosso dall’onorevole e capogruppo della Lega in Comune Alessandro Morelli, dal consigliere comunale e regionale Massimiliano Bastoni e da quello comunale Gabriele Abbiati ai quali i responsabili di Federtraslochi (il presidente Giovanni Grillo e il segretario della Fai di Milano Marco Colombo), auspicando a breve un nuovo incontro al quale possa partecipare anche il sindaco Giueppe Sala, hanno chiesto di rivedere il piano antismog. “Abbiamo partecipato a tutti i tavoli in Comune con spirito costruttivo e portato idee, il problema del pm10 è complesso ma in una città e una regione attraversata da milioni di auto e camion al giorno, con tangenziali che sembrano autostrade, non si può risolvere il problema smog con Area B e far pagare il prezzo solo alle imprese milanesi”, hanno affermato i rappresentanti di Federtraslochi. Nessuno vuole opporsi alla tutela dell’ambiente, ma questo piano va rivisto perché così uccidono le imprese del settore”. Imprese da aiutare, magari cancellando anche un’anomalia: quella che , come ha ricordato Marco Colombo, “esclude dai bandi che assegnano contributi per sostituire i mezzi escludono le imprese per conto terzi, come appunto i traslocatori”.