Genova, il nuovo ponte sarà a due piani e così potrà separare le auto dai camion?

Un ponte a due piani, per separare il traffico pesante dei tir e delle merci da quello delle auto e dei passeggeri; ma anche un nuovo ponte che, con l’integrazione di opportuni ingressi alle estremità, consentirebbe di evitare da subito la realizzazione della Gronda. Sono queste le due principali caratteristiche che stanno permettendo al “Ponte del Cuore” progettato dall’ingegnere lecchese Giorgio De Cani di farsi sempre più strada nel panorama delle possibili soluzioni per restituire una viabilità adeguata a Genova dopo il crollo del Ponte Morandi. Due caratteristiche particolarmente apprezzate anche da un mondo attento più di ogni altro al ponte che verrà: quello degli autotrasportatori, per i quali il progetto multipiano rappresenterebbe una importantissima “valvola di sfogo”. Una categoria, quella degli autotrasportatori, che il professionista lecchese ha voluto “coinvolgere” immediatamente nel progetto (condividendo le possibili soluzioni fin dai primi “disegni” con il mondo dell’autotrasporto lecchese e in particolar modo con Ferdinando Battazza, vicepresidente dell’autotrasporti Battazza, azienda specializzata in carichi eccezionali con oltre 200 messi in viaggio sulle strade d’Italia e d’Europa), e che ha nuovamente coinvolto nei giorni scorsi, a progetto ultimato, illustrato da dettagliati rendering, presentandolo alla presidenza nazionale di Fai Conftrasporto. E suscitando in particolare l’apprezzamento di Paolo Uggè, vicepresidente nazionale di Conftrasporto oltreché di Confcommercio, che ha voluto conoscere ogni dettaglio del progetto. Dettagli che Giorgio De Cani ha riassunto in pochi concetti: semplicità, urgenza, tradizione e riqualificazione. “Semplicità che è possibile ottenere attraverso uno schema progettuale basato su una grande solidità e affidabilità, senza stralli ma con piloni semplici circolari di tre metri di diametro e, come fossero tanti birilli, ben conficcati nel terreno con fondazioni semplici e veloci da realizzare”, ha spiegato a Paolo Uggè l’ingegnere “con le pile a doppia fila e dunque la possibilità di costruire un impalcato intermedio”. Un progetto capace di guardare al futuro ma anche al passato, considerato che “si ispira alla tradizione dei ponti romani a campate continue, con proporzioni solide, non più con campate sospese in aria ma tante colonne saldamente ancorate al suolo”. In ultimo, ma non certo per importanza, Giorgio De Cani e gli altri professionisti che hanno lavorato al progetto (che prevede anche piste ciclo pedonali laterali ) hanno voluto progettare un ponte capace di custodire la memoria della tragedia con il numero delle pile: 43 come i morti, incolpevoli, della tragedia. Un progetto che ora è in attesa di essere sottoposto all’attenzione di Marco Bucci, sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione dell’ex cavalcavia Morandi, dopo aver superato a pieni voti “l’esame autotrasporto” grazie proprio al doppio impalcato, con le auto sopra e i tir sotto che avrebbero un accesso diretto allo scalo di Genova Voltri, sostituendo e riducendo di sette chilometri il percorso in galleria che era stato previsto del progetto della Gronda di ponente. “L’impalcato superiore smisterebbe così il traffico diretto in direzione Ventimiglia senza interferire con l’intenso traffico merci che attualmente congestiona questi tratti autostradali”, ha concluso Giorgio de Cani “ e l’uscita dalle Gronda del Cuore avverrebbe dove è già stata studiato il raccordo della Gronda di Ponente, mentre per il lungomare Canepa verrebbero sempre rafforzate le vie preferenziali previste dalla Gronda di Ponente. Con sentendo un più rapido percorso autostradale; un costo minore della Gronda; ma anche minori tempi di realizzazione. In quanto tempo potrebbe essere realizzato? Considerato che lo schema strutturale ipotizzato è alla portata di molte imprese di media struttura, e che pertanto l’esecuzione delle opere potrebbe essere eseguito da diverse tra esse e contemporaneamente, la realizzazione potrebbe avvenire nel più breve dei tempi possibili”.

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