Camionista italiano multato in Germania per concorrenza sleale. Il reato? Parla male il tedesco

Una richiesta di supporto urgente “a livello associativo” per fronteggiare un’emergenza che “impatta su molte aziende di autotrasporto italiane penalizzandole in modo significativo”. La richiesta, un vero e proprio Sos, è stata inviata alla Fai di Milano da un associato “vittima” di una sanzione che ha dell’assurdo: un autotrasportatore dipendente dell’impresa di autotrasporti in viaggio in Germania con un carico eccezionale fermato per un controllo e multato “perchè non parlava il tedesco a livello adeguato”. Il “reato” contestato? Concorrenza sleale. Cosa che, denuncia l’associato, “dovrebbe essere contro tutti i principi di base della comunità Europea”. Principio che il titolare dell’impresa milanese ha deciso di tutelare “dando mandato a un legale tedesco per perseguire il ricorso davanti alla Polizia locale sostenendo il principio della libera circolazione delle merci delle persone” e chiedendo di schierarsi alla federazione che lo rappresenta ,la Fai, alla quale ha sottolineato nella sua lettera di denuncia-appello come “anche sui permessi eccezionali in Francia siano apparse le stesse limitazioni, ovvero che il conducente deve parlare francese”. Un allarme accompagnato da una domanda: “In Italia possono venire tutti senza conoscere la nostra lingua, soprattutto in considerazione della rete viaria di cui disponiamo?” L’importo della multa? Cinquemila euro. Per evitarla, la prossima volta l’impresa dovrà  “effettuare il trasporto in maniera conforme alle normative vigenti, con un’altra persona,  ovvero un altro autista, di lingua tedesca”.