Autista morì sul camion non revisionato: il datore di lavoro accusato di omicidio stradale

Il camion, immatricolato 20 anni prima, aveva la revisione scaduta e montava un serbatoio di gasolio supplementare da 600 litri non dichiarato: due circostanze che potrebbero costare care al titolare dell’impresa proprietaria del camion che il 27 aprile del 2017 uscì di strada mentre percorreva l’Aurelia nel territorio di Orbetello ribaltandosi e incendiandosi e causando la morte del conducente, Domenico Di Liscia, 40 anni di Anzio. La Procura di Grosseto ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per il titolare dell’impresa per omicidio stradale che il prossimo 15 novembre dovrà comparire in aula. Secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori l’autoarticolato dopo aver urtato il new jersey ed essersi rovesciato si era ribaltato prendendo fuoco a causa di un corto circuito dei cavi elettrici del trattore che aveva innescato l’incendio del gasolio uscito proprio dal serbatoio supplementare, facendo propagare rapidamente le fiamme fino alla cabina di guida. I periti incaricati dal sostituto procuratore di Grosseto, Arianna Ciavattini, di ricostruire la disgrazia hanno stabilito che l’incidente non sarebbe stato dovuto a un colpo di sonno o un malore, bensì a difetti di manutenzione del veicolo e alla presenza del serbatoio di gasolio supplementare che sarebbe stato installato in modo abusivo, senza indicarlo sulla carta di circolazione.