Austria accusata di “sequestro” dei camionisti italiani bloccati illegalmente al Brennero?

Una montagna di tir costretti a viaggiare a passo d’uomo e un mare d’inquinamento prodotto dai loro gas di scarico. Sono questi i risultati del contingentamento della circolazione dei mezzi pesanti al Brennero scattato dopo la decisione unilaterale da parte dell’Austria di giovedì 26 aprile. Un disastro economico e ambientale allo stesso tempo denunciato dal presidente della Fai regionale Lombardia, Antonio Petrogalli, in un comunicato stampa nel quale si ipotizza addirittura un “sequestro” dei conducenti. “A bordo dei mezzi si trovano uomini che non possono essere “sequestrati” dalle scelte politico-economiche dei Paesi di transito, così si rischiano iniziative di autotutela da parte dei conducenti”, ha affermato sempre Antonio Petrogalli ricordando come l’Unione Europea possa accettare un contingentamento al transito di veicoli industriali “solo in circostanze molto specifiche e che devono essere giustificate dal Paese che le propone”. Mentre l’Austria invece si è mossa da sola”. Una manovra che rischia pesantissimi strascichi, ma che ha contestualmente  dimostrato tutta la debolezza dell’Europa unita visto che “a nulla è valso neppure l’ammonimento da parte della Commissaria ai Trasporti Violeta Bulc”, ha sottolineato sempre Antonio Petrogalli ricordando anche che “da mesi si è mosso a Bruxelles il Presidente della Fai nazionale, Paolo Uggè, che recentemente si è appellato al Ministro Graziano Delrio affinchè il Governo intervenga nei confronti dell’Austria responsabile di azioni che danneggiano non solo il trasporto e la logistica ma l’intera economia. È indispensabile ricordare che l’Italia deve obbligatoriamente attraversare l’Austria per arrivare in tutti gli altri Paesi della’Unione europea Se l’Austria limita il passaggio, i mezzi pesanti italiani non hanno alternative. E contingentarli consentendo il passaggio al Brennero di soli 300 veicoli ogni ora non serve a nulla se non a creare ulteriori problemi: fin dalle prime ore dall’attuazione di questo “blocco forzato” si è formata una colonna di oltre 20 chilometri di automezzi pesanti che ha determinato più inquinamento e, in considerazione dei tempi di guida consentiti, ha ritardato l’intero ciclo di attività. In quattro ore i tir hanno percorso 17 chilometri!”