L’ex sottosegretaria ai Trasporti indagata perché ha abbassato l’Iva? Peccato che l’Iva non ci fosse

“Ho letto sui quotidiani e ascoltato dai vari telegiornali la ricostruzione della causa delle dimissioni della senatrice Simona Vicari dall’incarico di sottosegretario ai Trasporti. L’impressione che ne ho avuto è stata di poca volontà nel voler approfondire, probabilmente per il poco tempo a disposizione. Unica eccezione, l’articolo a firma di Franco Bechis sul quotidiano Libero: è stato lui a evidenziare che: “alle imprese del trasporto marittimo locale non è stata abbassata l’Iva per il semplice fatto che il settore era esente dall’Iva sui biglietti venduti”.

Con queste parole il presidente di Conftrasporto e vicepresidente di Confcommercio Paolo Uggè ha commentato il lavoro della stampa nazionale in merito al “caso Simona Vicari”, che ha visto l’ormai ex sottosegretario ai Trasporti del Governo Gentiloni dimettersi dopo essere stata indagata dai magistrati della Procura della Repubblica di Trapani per corruzione, per aver ricevuto un orologio Rolex dall’armatore Ettore Morace, 54 anni, proprietario della compagnia marittima di aliscafi Liberty Lines, arrestato, in cambio di presunti favori. Un presunto intreccio di affari, politica, favori e regali, che avrebbe visto, sempre secondo l’accusa, Ettore Morace donare il costoso orologio in cambio della riduzione dell’Iva per il trasporto marittimo, grazie a un emendamento alla Legge di Stabilità che abbassava l’Iva sui trasporti marittimi dal 10 al 4 per cento. Ma c’è un”ma” che rischia di far apparire quell’accusa un castello di carte basato sul nulla: l’Iva che non c’era e che, dunque, non poteva essere abbassata ma semmai introdotta. Ipotizzata prima nella misura del 10 per cento e poi portata al 4 per cento grazie proprio all’emendamento all’origine dell’inchiesta che rischia così di naufragare miseramente subito dopo essere salpata? “Spiace solo constatare che una sola testata giornalistica e un solo giornalista si siano resi conto di una verità chiarissima”, ha aggiunto Paolo Uggè. “Sarebbe bastato riflettere pochi secondi per capire che le misure che comportano costi per lo Stato sono autorizzate dal ministero dell’economia e “bollinate” dalla Ragioneria dello Stato sempre molto attenta e molto spesso anche pignola. Quell’emendamento rappresenta dunque una norma generale che, come dice il ministro stesso, appartiene a una scelta politica condivisa dal Governo su richiesta (e questa è l’unica piccola imprecisione nella quale è incorso Franco Bechis) di Conftrasporto Confcommercio”.