Stradafacendo vi dico che… Avremmo potuto intitolare così il nuovo spazio di stradafacendo.tgcom24.it dedicato agli interventi, riservati a quelle persone che vogliono diventare “commentatori” del superblog. Un’area dove troveranno spazio i più interessati fra i tanti scritti che vengono inseriti dai lettori in coda alle varie notizie.
Fermare il flusso dei migranti? Un modo c’é, anzi c’è sempre stato, ma “stranamente” nessuno sembra averci pensato. Dimenticanza? Superficialità? O voglia di non andare a smuovere le acque in un “affare” miliardario per molti, per chi sui profughi ci specula? Il modo, semplicissimo, è (ed era) quello di acquistare spazi sui giornali (ma anche sulla cartellonistica stradale, vicino a porti e aeroporti dei Paesi da cui partono gli “eserciti dei tantissimi disperati e, a volte, di qualche esponente della feccia dell’umanità) per invitare i protagonisti dei tanti “viaggi della speranza”, a guardare in faccia la realtà, a scoprire la verità. Per informarli che spesso quello che li attende può essere se non peggio, non molto meglio di quello che hanno lasciato. Per spiegare loro che chi li accompagnerà in questo viaggio della speranza spessissimo è un lurido criminale della peggior specie, pronto a farli crepare, insieme ai loro figli, dopo aver intascato i duemila o tremila euro che gli ha “rapinato”, durante un viaggio fra mille pericoli su un gommone nel mare in tempesta, o stivati nel doppiofondo di un camion dove l’aria rischia di venire a mancare. Una soluzione da anni sotto gli occhi di tutti (o almeno di coloro che riescono a connettere vista e cervello) senza però che questa “informazione mirata” nei Paesi da cui la gente fugge sia mai partita. Perchè? Per sole ragioni umanitarie? O forse , in qualche caso, perché anche l’assistenza è industria e business, perchè garantirsi un guadagno assistendo in Italia dei poveracci e speculando sulla loro pelle è molto più comodo che fare le valige e far arrivare in quei paesi professionalità e strumenti, competenze e soldi per farli progredire, per far crescere l’economia (e non solo) in modo che quei Paesi dove sono nati possano vederli crescere , dignitosamente, senza dover scappare? Gente che lì ha radici, mentre in altri Paesi è solo un “immigrato”. Una strada che ora alcuni Paesi fra i più civili d’Europa, sembrano decisi a seguire: seguendo le orme della vicina Danimarca, la Norvegia ha infatti pubblicato annunci a pagamento sui giornali stranieri per scoraggiare gli arrivi di migranti e richiedenti asilo. Oslo ha scelto i quotidiani afghani avvertendo che “l’immigrazione in Norvegia è strettamente regolata”. E che “le persone che non si qualificano per un permesso in Norvegia e le cui richieste vengono rifiutate devono tornare al loro Paese di origine o di abituale residenza”, si legge nell’avviso a pagamento voluto dal ministro della Giustizia e della pubblica sicurezza. “Se non tornate su base volontaria, sarà fatto con la forza”, si aggiunge. L’annuncio è comparso sulla prima pagina dell’Afghanistan Times e sull’Hasht-e-sub. L’Italia vorrà seguire questa strada di civiltà e di vera umanità e aiuto o vorrà continuare a schierarsi silenziosamente al fianco degli scafisti, dei camionisti disposti a far crepare asfissiati i profughi percorrendo migliaia di chilometri senza rifornirli di aria? Al fianco dei tanti che sono tanto buoni nell’aiutare i più deboli solo quando fa maledettamente comodo a loro? E qualche magistrato, magari di quelli che alle inchieste destinate a garantire copertine son seni e bicipiti bene in mostra preferisce il lavoro dietro le quinte su cose importanti, potrebbe indagare per sscoprire se quel fiume di denaro che ogni giorno parte con destinazione aiuti ai profughi non prenda a volte altre strade? E’ solo un sospetto… La certezza invece è che forse, la strada imboccata da Danimarca e Norvegia sia quella da seguire. (p.b.)