Nemmeno quasi il tempo d’insediarsi e per il neoministro ai Trasporti Graziano Delrio potrebbe già essere tempo di un primo confronto con i rappresentanti dell’autotrasporto intenzionati a chiedere chiarimenti sulle intenzioni del Governo in materia di tagli. Le notizie circolate su vari organi di stampa lasciano infatti intendere che nell’occhio del ciclone sarebbero finite le riduzioni, inserite nella Legge di Stabilità, che consentono alle imprese di recuperare, in applicazione di una direttiva europea, l’eccesso del valore dell’accisa sui carburanti rispetto al valore medio europeo. Una notizia che ha lasciato incredulo il mondo dell’autotrasporto e non solo perché la misura strutturale era stata garantita fino al 2019 e perché questo significherebbe rimangiarsi le intese raggiunte unilateralmente: a lasciare sbigottiti è l’incapacità non solo di comprendere, ma perfino di ricordare. Per esempio il fatto che è stato proprio il mondo dell’autotrasporto a suggerire come recuperare 615 milioni di euro escludendo dai benefici i camion euro 0, con un “guadagno” di 350 milioni rispetto ai 265 milioni che sarebbero stati risparmiati eliminando il rimborso sulle accise per tutti. Quella manovra ha impedito che moltissimi tir si rifornissero all’estero, con danni devastanti per le entrate dello Stato. Pressione fiscale e burocrazia hanno già spinto dal 2008 al 2013 migliaia di imprese (per un totale di 26 mila camion) a delocalizzare, generando una perdita di oltre 11 miliardi di euro, tra imposte fiscali e oneri sociali, secondo i dati diffusi nei giorni scorsi dall’ Unrae, l’associazione dei veicoli industriali. Quante devono ancora fuggire? Forse il ministro dovrebbe rileggersi un po’ di storia recente dell’autotrasporto italiano prima di fare ulteriore autolesionismo. Stando ben attento a scartare gli articoli di quei superficiali giornalisti che parlano di “regalo ai tir”, ignorando che l’accisa riguarda qualche milione di automezzi delle imprese industriali e artigiane che non esercitano l’attività di autotrasporto.
Paolo Uggé