Può un tassista accettare una prenotazione via radio taxi o raccogliere dei clienti lungo le strade? E può un noleggiatore di auto con conducente ricevere la richiesta di effettuare un nuovo servizio mentre sta viaggiando e non mentre si trova nella propria sede? Entrambe le risposte sono negative. Ma nonostante le norme definiscano come debba realizzarsi sia l’attività di taxi sia quella degli Ncc, non è certo fuori luogo affermare che entrambe le categorie operano al limite della legge. Una situazione “border line” e di incertezza nella quale non ha faticato a trovare una facile scorciatoia Uber, la compagnia che consente di prenotare una macchina con conducente grazie a un’app e che proprio grazie al sistema informatico ha trovato nuovi spazi e consensi. Esercitare l’attività di trasporto professionale senza i requisiti è contrario alla legge, ma ad aiutare Uber a farsi strada sul mercato ha contribuito proprio lo stato di incertezza determinato da un sempre più colpevole silenzio del Governo, forse in attesa che sia l’Autorità dei trasporti, che sulla vicenda ha avviato un’indagine, a togliere le castagne del fuoco, magari con un pronunciamento a favore dell’annullamento di restrizioni ridicole e costose per tutti… Un silenzio che oggi va sostituito con risposte chiare a domande ben precise: Uber, che è solo un’applicazione tecnologica e non un professionista, può fatturare le prestazioni di trasporto? E non sarebbe corretto consentire a Uber di operare solo con proprio personale e con auto di proprietà? Perché, in caso contrario, agirebbe come intermediario, non occasionale, e si dovrebbe dunque attenere alle regole di quell’attività. Quello che oggi il Governo deve dire è se è in grado di consentire ai tassisti di poter esercitare la propria attività senza subire la concorrenza sleale di noleggiatori abusivi e se i noleggiatori potranno lavorare senza vincoli anacronistici, antieconomici e demenziali. Risposte che il Governo potrebbe facilmente dare se solo provasse a leggere le proposte che Conftrasporto – Confcommercio ha presentato da tempo. Senza avere risposta…
Paolo Uggé
notizie dagli USA: “Fin dall’inizio, Uber ha preso all’amo gli autisti con un prezzo esca. Prendiamo il lancio di Uber a Los Angeles. A maggio 2013 l’azienda addebitava ai clienti un prezzo di 2,75$ per miglio (più 60 cent al minuto inferiore alle 11 miglia all’ora). Gli autisti avrebbero ricevuto l’80% della tariffa.Tuttavia nel corso dell’ultimo anno, l’azienda ha dovuto affrontare la concorrenza agguerrita di un suo rivale, Lyft. E così per aumentare la domanda e spingere Lyft fuori dal mercato di L.A., Uber ha tagliato le tariffe di UberX a meno della metà: 1,10 $ per miglio più 21 cent al minuto.Gli autisti non hanno alcuna voce in capitolo nella determinazione dei prezzi ma devono provvedere da sé alla propria assicurazione e pagare il conto per la benzina e le riparazioni, un costo di 56 centesimi a chilometro secondo le stime dell’agenzia fiscale Irs.Così, se gli autisti guadagnano meno per ogni corsa, Uber li consiglia semplicemente di ripianare le perdite guidando per più miglia. Un suggerimento ragionevole, forse, per un analista che sgranocchia numeri nella Silicon Valley. Ma per i conducenti fare più miglia significa lavorare il più possibile per mantenere i piccolissimi margini di utile.Prezzi più bassi significa anche che pagano di più di tasca propria per la benzina. E le loro auto si deprezzano più velocemente per le miglia extra”. E vai con la sharing economy,uno schema per spostare i rischi dalle imprese ai lavoratori, per scoraggiare l’organizzazione del lavoro e per garantire che le aziende possano trarre enormi profitti con costi fissi sempre più bassi,spogliando le tutele dei lavoratori, spingendo verso il basso i salari e violando i regolamenti governativi.
Può un tassista accettare prenotazione tramite radiotaxi? Può prendere un cliente per strada? Perché lei dice di no? Non sarebbe il caso prima di fare informazione, informarsi? Non sto nemmeno a commentare il resto vista la partenza, lei mi perdoni ma ha le idee un po’ confuse.
Vedo che il fatto di avere detto di essere disinformato la offesa.
Le prime due righe contengono già delle cose inesatte, il resto non merita nemmeno commenti. Informarsi prima di pretendere di fare informazione è troppo faticoso?
Inoltre gli uber pop non sono ncc, ma auto private prive di autorizzazioni e autisti privi di requisiti e non assicurati per trasporto persone a scopo di lucro!
Governo di incapaci! la cosa vera l’ha evidenziata il presidente Uggè. Uber esercita abusivamente la professione regolamentata per legge. non può fatturare una prestazione di trasporto. La sua attività è quella dell'”intermediario telematico”. sapete cosa lo prova? dopo l’articolo di uggè su il giornale Uber è uscita con un comunicato che chiede “collaborazione e di poter parlare con i taxisti”.
Posso dire che Uber utilizza in modo strumentale la proposta di confronto con i taxisti. Alcuni di noi noleggiatori ci abbiamo provato chiedendo alcune garanzie (professionalità, costo del servizio etc) quelli di Uber hanno evitato di approfondire.
Forse il signor Magatti dovrebbe leggersi la legge che regolamenta la professione di taxista e Ncc. Se non riesce a trovarla può sempre chiederla a qualche associazione.
Io la legge che regolamenta taxi e Ncc la conosco molto bene, trattasi della 21/92, la legga meglio lei Sig. Luigi.