Ilva, gli autotrasportatori sono pronti a fermarsi se non saranno pagati

Oggi sono riprese le manifestazioni degli autotrasportatori coinvolti nella vicenda Ilva. Lo fanno sapere le associazioni delle imprese (Anita, Fai Conftrasporto, Cna Fita, Fisi Confetra, Confartigianato Trasporti, Sna Casartigiani) che venerdì scorso hanno inviato una lettera, l’ennesima, al ministro Maurizio Lupi per essere convocati con l’obiettivo di trovare una soluzione che scongiuri la chiusura delle imprese di trasporto merci che vantano ingenti crediti nei confronti del gruppo siderurgico. “Centinaia di mezzi”, spiegano le associazioni in una nota, “stanno sfilando nuovamente, dopo le manifestazioni tenute sabato scorso, nelle città di Alessandria, Genova e Taranto per manifestare contro il completo disinteresse mostrato fin qui dal Governo per il destino di imprese e lavoratori che aspettano da mesi il pagamento dei servizi effettuati”.

“L’Esecutivo deve farsi carico di chi legittimamente aspetta di essere pagato”, scrivono le associazioni. “Le imprese, che finora hanno deciso di non eseguire il trasporto dei materiali e del prodotto finito garantendo comunque il servizio per gli altiforni, non accetteranno di chiudere per scelte fatte da altri; ma se l’esecutivo continuerà ad ignorare le esigenze di tali imprese, esse valuteranno la possibilità concreta di fermare completamente i servizi con l’inevitabile conseguenza di bloccare definitivamente l’attività degli impianti siderurgici. Sarebbe questa una scelta drammatica per tutti, la cui responsabilità andrebbe attribuita esclusivamente al Governo. Qualora non dovesse arrivare alcuna convocazione da parte del Governo, non si escludono nuove e più incisive forme di protesta”.

2 risposte a “Ilva, gli autotrasportatori sono pronti a fermarsi se non saranno pagati

  1. “Mentre c’è una città condannata a morte dalla fabbrica di una famiglia che ha evaso e frodato sulla pelle e la vita di lavoratori e cittadini, la risposta dell’ ESECUTIVO è un bello scudo fiscale. Sotto al fango che meritano devono stare i blasonati frodatori, insieme a eleganti faccendieri, a severi banchieri e dinamici finanzieri, quelli che hanno convertito, grazie al moderno impiego dell’eufemismo, l’evasione in “ottimizzazione fiscale”, che così si chiama la transizione dal piccolo e medio cabotaggio delle acrobazie dei commercialisti, dall’export di insospettabili borse nascoste sotto i sedili dell’auto al grande gioco dei trasferimenti “immateriali”, ai traslochi delle sedi sociali nei paradisi più o meno esotici”.

  2. Un nuovo socio entrerà nel capitale di MPS dal prossimo primo luglio: è il ministero dell’Economia.
    Perché non entra con qualcosina anche nel capitale dei trasportatori dell’Ilva? forse non se lo meritano perché non hanno alcuna denuncia per associazione per delinquere aggravata finalizzata alla truffa? forse perché non hanno fatto acquisti a prezzi esorbitanti come ha fatto MPS con Antonveneta’? forse perché non hanno stipulato alcun contratto con Nomura o perché non sono mai stati costretti a ricorrere ad operazioni spericolate con i derivati? il ministero in società con i truffatori: questa è proprio bella.

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